Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2024
Durata:39 min.
Etichetta:MDD Records

Tracklist

  1. DESTRUCTION
  2. ASHES REMAIN
  3. DAWN OF FATE
  4. CROSSROADS
  5. SEA OF DAMNATION
  6. METEORITES
  7. KINGSLAYER
  8. ARDENT WAVE

Line up

  • Svenja Rohmann: vocals
  • Tim Kremer: guitars
  • Valentyn Subotovic: guitars
  • Dennis Nerding: bass
  • Till Felden: drums

Voto medio utenti

Le schitarrate che danno il via a "Destruction" chiariscono sin dalle primissime battute quello che ci troviamo di fronte: Power Metal, e dopo una trentina di secondi possiamo completare la descrizione con: Female Fronted. Per capire quale è la patria di origine dei Fatal Fire, sono però dovuto invece andare a guardare le note biografiche che accompagnano questo "Arson", dove ho scoperto che arrivano dalla Germania e che si tratta anche del loro album d'esordio.

Alla voce troviamo Svenja Rohmann, cantante (anche nei Böllverk) che a vocalizzi e ostentazioni preferisce un approccio più diretto e aggressivo, per quanto senza mai rinunciare ad una buona dose di melodia. Una scelta che non rifugge nemmeno la coppia formata da Tim Kremer e Valentyn Subotovic, i quali mettono in mostra muscoli e virtuosismi nella fase solista che caratterizza la porzione finale dell'opener. Eccoli poi lì entrambi a grattugiare sui primi passaggi di "Ashes Remain", un pezzo non particolarmente esaltante che si sposta sul versante Speed e che ci accompagna più dalle parti dei Sinergy di Kimberly Goss che da quelle dei Warlock/Doro. Si riparte all'insegna degli Helloween e dei Gamma Ray con "Dawn of Fate" cui segue la più pacata, ma non particolarmente memorabile, "Crossroads" (introdotta dal drumming dell'ex Arven Till Felden). Non fanno poi molto meglio né "Sea of Damnation", pur con la sua partenza al fulmicotone e nemmeno la più articolata "Meteorites", e tocca così aspettare "Kingslayer" per ritrovare la verve e spontaneità dei primi brani, non per niente si tratta proprio dalla canzone che è stata scelta come primo singolo dell'album. Siamo praticamente giunti al termine dell'album e i Fatal Fire decidono di congedarsi con una ballad, "Ardent Wave", che dapprima tutto arpeggi e sospiri prende poi un mood alla Hammerfall, tuttavia scorrendo via in maniera piuttosto anonima.

I Fatal Fire non meritano assolutamente di essere messi al rogo - come quello inquietante rappresentato sulla copertina del disco - ma, almeno per il momento, sono ancora lontani da salire su un immaginario podio del Power Metal.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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