Gli
Arkona sono il vento dell'est Europa, una tempesta di aria gelida che suona come un presagio, una sorta di bufera che cresce con il tempo e si alimenta con la sua stessa forza. Ormai questi russi Arkona si sono fatti un nome nel mondo underground, e il loro Folk/Pagan Metal è un attestato di qualità, complice anche una fantasia in costante evoluzione e perfezionamento. Stilisticamente parlando la band affoga le proprie note in quello che tutti ormai si aspettano da questo sottogenere musicale: un buon uso degli strumenti acustici, un concept che analizza a fondo svariate tematiche mitologiche, ma anche tradizionali legate ai loro luoghi d'origine, e per finire in bellezza un concentrato di sano Heavy Metal che fa da base con delle atmosfere gioiose e quando necessario bellicose. Il loro nuovo disco, intitolato
Goi, Rode, Goi!, esce per la Napalm Records, e questa è una buona occasione per mettersi ulteriormente in mostra, partendo dal carisma di Masha che dietro al microfono fa la sua degna figura. Una ragazza che si trova completamente a suo agio nel passare da linee melodiche pulite ad altre più rozze e aggressive... da osteria. Ad onor di cronaca bisogna sottolineare il fatto che gli Arkona danno il meglio di loro stessi, e della loro musica, nell'insieme, perchè riescono a fare incastrare svariati elementi della tradizione popolare russa con altre caratteristiche di importazione, come la sezione prettamente Metal, ma anche in quelle parti Folk che richiamano a certe band scandinave. E' curioso ascoltare i testi in russo, ma quella pronuncia e quelle tonalità fra il cupo e lo spigoloso ben si adattano a canzoni come Nevidal, V Tsepiakh Drevney Tainy, Liki Bessmertnykh Bogov e ci metto anche la title track. Vispe, dirette, e con una buona dose di melodia che non scade mai nel pacchiano e nel tronfio. Su tutte però si erge la lunga e articolata Na Moey Zemle: quindici minuti in cui gli Arkona danno ampiamente sfoggio di tutte le loro capacità scivolando con disinvoltura da partiture più tirate a momenti in cui le atmosfere fiabesche occupano tutta la scena. Sono coesi e compatti, sanno distribuire le energie e non conoscono il concetto di 'fake', anzi concentrano le loro attenzioni su ogni brano come se fosse il migliore del disco. Il mercato del Folk/Pagan Metal è affollato di gruppi, ma gli Arkona si dimostrano i detentori di una formula che negli anni si è andata perfezionando, per dare adesso i frutti in questo album che segna una delle tappe obbligatorie del 2009 per tutti gli appassionati del genere.
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