Si sa, quando la fama arriva è sempre difficile mantenersi sulla vetta. Gli
Accept ne erano assolutamente consci negli anni 80’, e se il salto a livello di popolarità era già avvenuto in parte con
“Restless And Wild” nel 1981, e
“Metal Heart” poi quattro anni più tardi portò alcuni elementi più orecchiabili, la band tedesca arrivò nei primi mesi del 1986 a chiedersi quale fosse la strada migliore sulla quale puntare. Neanche la situazione interna riguardo ai singoli membri sembrava la migliore, dato che dopo la pubblicazione di
“Metal Heart”, vuoi la fama ed altre cose, i rapporti interni al gruppo cominciavano lentamente a incrinarsi, soprattutto tra
Wolf Hoffmann e
Udo, rapporti che ancora oggi non si sono ancora risolti. Ma torniamo al 1986, e alla pubblicazione a un anno esatto dalla release precedente, di
“Russian Roulette”.
Scrivevo poco più sopra che la decisione sul quale strada prendere per gli
Accept in quegli anni era di fondamentale importanza, ma con
“Russian Roulette” si decise di tornare a riff più massici togliendo per un momento quelle tinte più accessibili presenti su
“Metal Heart”.
Ne sono testimoni la tiratissima
“T.V. War” o “
Another Second To Be”, con un
Udo se possibile ancora più gracchiante del solito, e che in pezzi più elaborati come
“Heaven And Hell” mostra un carisma vocale non indifferente. Non accennano a scomparire i testi a stampo sociale e di critica verso di essa come nella Titletrack dove si gira attorno al tema della guerra, e di quanto il singolo soldato sia apparentemente elevato come un salvatore, ma che in realtà viene psicologicamente distrutto.
“Che menzogna avermi detto che sarei diventato immortale
Che menzogna avermi venduto la tua fama
Dove si troverà Dio quando sarò sepolto?
Riuscirà a fermare questo sanguinoso gioco?”Non mancano i coinvolgenti mid tempo in stile
Accept alla
“Walking In The Shadows” o
“Monsterman”, coadiuvati da un lavoro di chitarra di
Wolf Hofmann in
“Aiming High” da far impallidire, passando agli imponenti ritornelli di
“Stand Tight”, dove si parla in maniera anche abbastanza diretta del nonnismo militare.
Udo abbandonerà la band poco dopo la fine del tour promozionale, con l'intenzione di costruirsi una carriera solista con i futuri U.D.O., ma gli
Accept decisero di non sciogliersi chiamando a sé lo sconosciuto
David Reece. Ma questa è un’altra storia, e seppur
“Russian Roulette” potrebbe apparire come un album minore nella vasta discografia della band tedesca, non fatevi ingannare. In questi quaranta minuti abbondanti di musica troverete tutto quello che cercate se siete amanti dell’heavy metal più crudo e diretto, e scoprendo un disco che troppe, troppe volte è stato messo da parte in favore di altre pubblicazioni.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?