Allora, adesso vi do un po’ di coordinate: album d’esordio, mixato da Ad Sluijter (ex chitarrista degli EPICA), mastering a cura di Sascha Paeth, Simon Oberender e Michael (Miro) Rodenberg ai famosi Gate studios di Wolfsburg, Germania… avanti, ragazzi, che musica suonano gli spagnoli
Diabulus in Musica? Ehi, chi ha detto black/thrash???
Sì, amici miei, benvenuti al debut album dell’ennesima band clone di Nightwish, Epica, Within Temptation e chi più ne ha più ne metta. I nostri amici spagnoli, per la verità, si cimentano qui con un melodic symphonic power cantato al femminile e fatto bene, ma è inevitabile che il buon 90% di ciò che ascolto mi suona già sentito, come cercare di spremere il dentifricio da un tubetto ormai agli sgoccioli. Ragion per cui, pur trattandosi di un album ben suonato ed in cui non mancano i bei momenti (“
Come to Paradise”, la orientaleggiante “
Ishtar” su tutte), mi ritrovo a girarmi i pollici nell’attesa di ascoltare qualcosa che non mi suoni di tanto, troppo familiare.
Produzione più che buona, è il classico disco che piacerà da matti agli amanti del genere, ma che i più potrebbero trovare stucchevole, poco originale (seppur, a sua parziale discolpa, ci piace citare gli occasionali grunts inseriti qua e là nell’ordito delle canzoni, il che carica ulteriormente i pezzi, ma niente che i Leaves’ Eyes non abbiano già fatto).
Insomma, discreto esordio per una band dalle buone capacità, ma dal sound un po’ troppo fotocopiato. A voi la scelta.
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