All’inizio era solo un assolato e accaldato pomeriggio domenicale, poi improvvisamente il cielo si è oscurato, l’atmosfera è diventata brumosa, ancestrale, crepuscolare, mistica, con la mente
indotta a vagheggiare di epoche remote, lontane nel tempo e nello spazio e ad evocare anfiteatri di antiche battaglie o scenografie eroiche ed esotiche, in cui il sole, al limite, non è quello velato dalla coltre di smog cittadino e splende sull’Egitto misterioso di Tutankhamon, sulla Roma congiurante di Giulio Cesare o sulle praterie sconfinate di Geronimo.
Niente paura, non sono i sintomi di un (continuamente
minacciato dai media) “colpo di calore” o peggio ancora di un’imminente attacco di follia del vostro recensore, ma solamente gli effetti cagionati dalla visione di questo “Under the spell – Live at Concordi Theatre”, spettacolare DVD degli altrettanto favolosi
Dark Quarterer.
Un risultato così immaginifico non è certamente svincolato dalla location scelta per il concerto, un teatro dal valore storico indiscutibile e sicuramente hanno contribuito fattivamente anche i suggestivi filmati (opera della bravissima Alice Bertoncini, la quale si occupa pure del progetto grafico del dischetto versatile e offre un saggio della sua capacità fonatoria contribuendo, “fuori campo”, alla magia drammatica di “The blind church”) che accompagnano l’esibizione del valoroso
ensamble di Piombino, ma non posso che attribuire grande merito della situazione alla musica dei nostri, un’esperienza unica basata al tempo stesso sulla barbarie e sull’eleganza, sulla poesia e sulla forza, forgiata da riff densi, ora mesti, ora maestosi, da pulsazioni ritmiche che assecondano melodie in continua metamorfosi, pilotate da una voce comunicativa e solenne che fa vibrare di emozione e celebra un rito antico ed immortale, quello dello
sbigottimento irrazionale e del sublime appagamento dei sensi quando ci si trova al cospetto di un’opera d’arte.
Ciò non toglie nulla, come anticipato, alla bellezza delle immagini catturate da questo dischetto con ottima resa (audio e video) e abile regia, impreziosite da piccoli effetti assai gradevoli e non “ingombranti” (ralenti, dissolvenze, …) e utili anche ad illustrare e confermare lo spirito di una manifestazione musicale che pur partendo dalle suggestioni della storia non vuole assolutamente essere disgiunta dalla realtà (i temi sociali sono stati spesso integrati sotto forma di metafora nei testi del gruppo … i dollari e i grattacieli visibili durante l’esecuzione di “Colossus of argil”, per esempio, sono sintomatici in tal senso!).
Scorrendo la tracklist, enormi plausi vanno alla prima parte dello spettacolo, interamente dedicata all’ultimo capolavoro della band toscana, con esecuzioni strabilianti di “Ides of March”, “The blind church” e “Crazy white race”, ma credo che saranno in molti quelli che comprenderanno i motivi per cui questo “vecchio cuoricino” ha riservato i sussulti più intensi per “Dark Quarterer”, “Colossus of argil”, “Retributioner” e “Lady Scolopendra”, fatali priorità per chi segue i Dark Quaterer dal loro
devastante esordio.
Le ultime notazioni di cronaca vanno spese per l’
invidiatissimo pubblico, duecento fans entusiasti e “composti” nelle loro esternazioni e per una sezione “extra” contenente un lungo elenco di ringraziamenti (tra cui segnalo quelli indirizzati ad un irriducibile fan svedese, ospitato sul palco, e la menzione, tra le altre, se non ho afferrato male, ad un nome piuttosto “familiare”, tipo il caporedattore di una nota e
gloriosa webzine … ma, forse, sarà la solita
allucinazione …) che un simpaticissimo Gianni Nepi (da registrare il “vezzo” di esprimersi perlopiù in inglese!) snocciola con la sua consueta verve toscana.
Non resta che tributare l’ennesima
standing ovation alla My Graveyard per il suo prezioso lavoro, e ai Dark Quarterer per essere quello sono, una band STREPITOSA che meriterebbe davvero un’affermazione assoluta (anche se Nepi nel DVD si dichiara contento della condizione
underground della sua band, in modo da operare scelte sentite, per un numero limitato di fans di “qualità”) e incondizionata.
Nell’attesa di questo (improbabile, purtroppo) atto di “giustizia” e di novità ulteriori in casa dello “Squartatore delle Tenebre”, consumate senza controindicazioni questo “Under the spell”.