13 anni di assenza dalle scene, se escludiamo qualche data live, 13 anni di silenzio dopo quel "
Green" che sancì la loro morte artistica, seguendo il disastroso "
Distortion" nella virata che li allontanava dal thrash tecnico sì ma anche di notevole effetto e potenza che aveva contraddistinto i capolavori "
Forbidden Evil" e "
Twisted Into Form".
E' valsa la pena attendere tutti questi anni per attendere la reunion e dare così alla luce "
Omega Wave"? La risposta netta e sincera è "no".
No, perchè come era lecito attendersi questo nuovo album dei
Forbidden non è un ritorno ai fasti del passato, come era lecito attendersi sia dalla copertina così dannatamente orrida ma vecchio stile, sia dall'unico ritorno stilistico possibile dato che quello della svolta li aveva condotti all'oblio.
Ma non solo. In sede live nel 2008, la rediviva band di
Russ Anderson, terremotante ed autrice di show letteralmente devastanti, aveva incluso nella setlist unicamente materiale dei primi due lavori, sorvolando quasi con vergogna su "
Distortion" e "
Green"...e cosa succede?
Due anni dopo, al momento tanto atteso del ritorno discografico, si torna nuovamente e fastidiosamente sui quei territori dimenticati ed in passato quasi schifati.
Beh no, c'è decisamente qualcosa che non va.
Se poi aggiungiamo che oltre allo stile anche la proposta qualitativa è oggettivamente ben lungi dall'essere eccelsa, ecco qui che miscelando il tutto arriva un "
Omega Wave" che non è quello che tutti ci aspettavamo; non certo un flop totale ma un semplice disco che non aggiunge nulla nella discografia dei Forbidden e che non lascerà traccia di sè nei mesi a venire, scomparendo dalla memoria dei più.
Se è il prezzo da pagare per rivederli dal vivo, augurandoci che, usando un termine tecnico, letteralmente spacchino il culo ai passeri come accaduto due anni fa, allora siamo lieti del loro ritorno però purtroppo questo "Omega Wave" è un disco che pur lasciandosi ascoltare e presentandosi al suo interno dei brani più che carini come la greeniana "
Swine" ed il singolo "
Forsaken at the Gates" (ma anche orridi come la seguente e fin troppo modernista "
Overthrow") probabilmente rimarrà molto tempo sugli scaffali a prender polvere e senza dubbio non assumerà alcun significato particolare nella loro discografia.
Peccato, un'occasione perduta, sebbene poter ascoltare Russ alla voce sia sempre una gran bella emozione.