Presenza costante sulle pagine di Metal.it sin dalla loro prima uscita, "Urbs Felix" (2005), gli
Exultet si ripresentano con il loro nuovo album, nuovamente un concept (incentrato sulla Prima Crociata in Terra Santa) ed ancora una volta musicalmente indirizzato ad un Black Metal atmosferico dalle marcate tinte Epic e Folk, per quanto fortemente influenzato dalle origini del gruppo, formatosi appunto a Palermo, inizialmente come progetto del solo Farz, al quale si è successivamente affiancato il batterista Argoth.
"I Soldati della Croce", è, infatti, totalmente cantato in italiano ma è sopratutto nel suo aspetto musicale che sono ben evidenti le radici mediterranee degli Exultet, tanto nell'intro strumentale quanto nelle successive canzoni, quasi tutte (ne rimane fuori solo l'altro strumentale "I Monti Anti-Taurus") marchiate dallo screaming nervoso di Farz, a partire da "I Soldati della Croce" e dall'incedere quasi
bathoriano della titletrack, che scorrazzano attraverso varie situazioni strumentali e vocali, con largo uso di quegli effetti che sono diffusamente impiegati sull'album. "La Resa di Nicea" e "La Battaglia di Dorileo", maggiormente epiche e corali ma con brucianti inserti di maligno Black Metal, mantengono quel senso di continuità dell'album che gli Exultet non smarriscono nemmeno nella sua seconda metà.
Dopo la già citata "I Monti Anti-Taurus", breve e cinematografica, troviamo le ultime due canzoni, la subito aggressiva "L'Assedio di Antiochia", con tanto di evocativo break narrato, ed infine "La Conquista di Gerusalemme", dall'episodio che il 15 Luglio del 1099, con l'ingresso nella Città Santa, pose fine alla Prima Crociata ed ora si ripete anche con questo CD.
E' un vero peccato che la resa sonora tenda ad impastare e appiattire un po' il tutto, non riuscendo ad esaltare il susseguirsi di sferzate metalliche ed aperture orientaleggianti, e senza dare una mano alle vocals di Farz, che rimangono fin troppo in secondo piano, ma si tratta, purtroppo, degli effetti, peraltro ben poco collaterali, dell'autoproduzione.
Ricordo di essermi avvicinato per la prima volta a sonorità simili ai tempi dell'esordio degli Empyrium ("A Wintersunset... " nel 1996), ed ora a quasi quindici anni di distanza, certe soluzioni, che si piazzano a cavallo tra il Black Metal e passaggi melodici ed atmosferici, continuano ad avere un loro fascino, sopratutto se affrontate con competenza e passione, cosa che indubbiamente riesce agli Exultet.
E' altrettanto evidente che meriterebbero il pieno appoggio di una label disposta a puntare su di loro.
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