Magnifiqat - Il Più Antico Dei Giorni

Copertina 8

Info

Anno di uscita:2004
Durata:37 min.
Etichetta:Elnor
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. DALLA BOCCA DELL'INVERNO
  2. ALL'IMBRUNIRE
  3. DIADEMA
  4. ANASTASIS
  5. IL CANTO DELLA PIETRA
  6. NINFEA
  7. IL PIÙ ANTICO DEI GIORNI
  8. DUNE
  9. L'ORA SENZA FINE

Line up

  • Emanuele Rastelli: vocals, guitars, keyboards, percussions
  • Massimiliano Biganzoli: bass
  • Mattia Stancioiu: drums, percussions

Voto medio utenti

"Il più antico dei giorni" è assolutamente sorprendente per la sua straordinaria carica immaginifica, tanto che è veramente arduo cercare di tradurre in parole, in modo efficace, il caleidoscopio emozionale che questo disco è in grado di evocare. A partire dall'esemplare veste grafica che avvolge il dischetto, continuando con il suo mirabile contenuto musicale, la creatura di Emanuele Rastelli (già membro degli altrettanto valenti Crown of Autumn), coadiuvato dai bravi Mattia Stancioiu dei Labyrinth e Massimiliano Biganzoli dei Lagard (più una serie di validissimi ospiti), consente di respirare atmosfere ammalianti ed arcane che appaiono ora antiche, ora incredibilmente attuali, con quei tocchi sapienti d'elettronica non invadente.
Il gothic metal "leggero", introspettivo e sinfonico dei Magnifiqat, caratterizzato da un'interessantissima ricerca sonora e lirica, colpisce l'ascoltatore con una rara maturità e lucidità nelle composizioni, riuscendo nella difficile arte di non difettare in impatto, classe, tecnica e melodia e dove anche gli interventi del soprano Francesca Cavalleri e i contributi di strumenti come violini, violoncelli e flauto traverso, si amalgamano perfettamente nel tessuto connettivo della musica dei nostri, evitando di apparire (come talvolta accade) come una sorta di "oggetto estraneo", inserito senza la necessaria accuratezza, tanto per dare sfoggio di cultura e "apertura mentale". La voce di Emanuele dimostra con semplicità che quando si è dotati di una timbrica così bella, con le sue sfumature dark-wave, non è necessario raggiungere estensioni smisurate, per essere definito un cantante di valore.
I testi poetici espressi in italiano, non scontati ma anche non troppo "ermetici", contrassegnano brani che in pratica non dimostrano cedimenti, grazie all'abilità che il gruppo dimostra nel creare suoni eleganti ma anche abbastanza diretti. Si comincia con "Dalla bocca dell'inverno" che seduce ed avvolge con le sue suggestioni celtiche, capaci di richiamare alla memoria immagini di armoniose e spettacolari panoramiche naturali, proseguendo con la più energica ed oscura "All'imbrunire", arrivando alla magia visionaria di "Diadema" con le sue percussioni e l'esoterico vocalizzo dell'eccellente Francesca.
L'incantesimo continua con l'epica dolcezza di "Anastasis" e con il fascino corale ed acustico di "Il più antico dei giorni", ancora una volta molto intriganti. La costruzione armonica di "Ninfea" con il suo stupendo ritornello, se ci fosse un po' di "giustizia musicale" potrebbe garantire ai Magnifiqat un importante riscontro anche dal punto di vista commerciale, in virtù di un'immediatezza sicuramente non banale e lo stesso si può dire per la spettacolare "Dune" (la quale può ricordare, per alcune piccole analogie nella struttura, "Senzafine" dei Lacuna Coil), dove Emanuele duetta con l'altra ospite Barbara Schera Vanoli, per un brano praticamente perfetto nella sua essenza di "modern" gothic, con la linea melodica "synthetica" in cui s'innestano chitarre vigorose, effetti equilibrati e tastiere maestose ... l'adrenalina immessa in circolo Vi costringerà ad alzarvi dalla poltrona e aumentare il volume dello stereo per godere appieno della bellezza intrinseca di questa canzone.
All'appello mancano i due strumentali "Il canto della pietra" e "L'ora senza fine", anch'essi abbastanza riusciti (più il primo del secondo) nel miscelare umori arcaici e suoni più moderni.
Questo Cd è un altro prezioso tassello di quel "percorso" di gothic metal tutto italiano che ci ha regalato gruppi come Greyswan, Dunwich, Klimt 1918, A Room With a View (o gli stessi Crown of Autumn), che partendo da basi tutto sommato comuni, hanno saputo evolversi, ognuno con le proprie peculiarità, dimostrando molteplici sfaccettature e una gran qualità nell'interpretare con personalità una materia molto inflazionata.
Per una volta non siate esterofili ... Da avere!
Recensione a cura di Marco Aimasso

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