Dopo due demo interamente strumentali, prende forma il primo debut album "a formazione completa" dei canadesi
Intervals, già molto noti in giro per Internet, grazie ad ottimi musicisti, qualche ospitata illustre, taaaaaanto marketing virale online.
"
A Voice Within" ci consegna una band alle prese con un prog metal molto arzigogolato, che niente pesca dai nomi sacri e che molto(issimo) guarda al prog moderno, sia nei suoi che nelle scelte stilistiche. Qui i nomi di riferimento potrebbero essere Trivium, OSI, Anubis Gate, e la musica tende più all'aggressione ragionata che alla seduzione melodica, seppur condita con una voce interessante, qual'è quella di
Mike Semesky. Il vero motore portante degli Intervals è però il drummer
Anup Sastry, autore di una prova maiuscola, un ragazzo dotatissimo e già notato da Jeff Loomis.
Belli e molto variegati i brani, che raramente finiscono come sono iniziati. I ragazzi infatti preferiscono l'evoluzione sonora, che molto spesso (come nel 'singolo' "
Moment Marauder") porta il brano dalla sfuriata iniziale a momenti più rarefatti, a stacchi di puro math metal. Il picco di questo album, per me, risiede nei due brani più lunghi, ossia "
The Self Surrendered" e la title track, in cui gli Intervals sono veramente in grado di non accettare compromessi e di mostrare le loro vaste capacità allo strumento.
Un filo sbilanciato verso l'autoindulgenza stilistica, "
A Voice Within" è comunque un gran bell'esordio per una band che sembra avere tutte le carte in tavola per ritagliarsi la propria fetta di mercato.
In the meantime, eccovi l'intero album in streaming. Buon ascolto.
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