Zzz... Zzz..
Eh? Come? Ah sì, il nuovo
The Crown...
Sarò breve, visto che l'effetto soporifero non è ancora passato e non ho del caffè a portata di mano.
1)Scordatevi un disco sullo stile dei vecchi
Crown of Thorns/
The Crown, quelli di lavori fantastici come '
Eternal Death', '
Hell is Here' e '
Deathrace King'. Non esistono più.
2)È tornato lo storico vocalist
Johan Lindstrandt assieme alle sue super-basette e al suo growling, un tempo davvero stupendo, ora un po' meno, ma non è lui il problema.
3)Quello straordinario batterista dall'attitudine punk e dallo stile personale e riconoscibile dal nome
Janne Saarenpää, se n'è andato da pochissimo.
4)
Marcus Sunesson, lead guitarist storico, capace ad inserire parti leggermente melodiche dove servivano e abbellire le composizioni con i suoi lead mai troppo tecnici o complicati... è uscito dalla band.
Cosa rimane? Chiudere baracca, rilanciarsi o rotolare per inerzia. Esatto, la terza. Quel che resta della band è stato preso in mano dall'altro storico chitarrista,
Marco Tervonen, che porta il gruppo ad impantanarsi in territori melodic death sullo stile di... fate un po' voi, cacciate un pugno di nomi dal mucchio a cui aggiungente un effetto "
Testament dei poveri".
Marco si occupa anche della batteria, con risultati per nulla spregevoli, ma l'unica nota positiva che esce dal nuovo disco è la testardaggine, la voglia di continuare a fare musica. I
The Crown buttano alle ortiche la risalita verso un posto al sole cominciata con il discreto
Doomsday King, che dopo 7 anni di silenzio sembrava aver ridestato la creatura death/thrash svedese, una volta inarrestabile.
'
Death is Not Dead' è un disco senz'anima, di una band rimaneggiata che non sa dove andare a parare. Non è un disco formalmente brutto, in altri contesti una sufficienza se la sarebbe portata a casa, il problema è che è noioso, non regala un sussulto, non dice niente. Le melodie vengono infilate dappertutto ed anche i pezzi più tirati come
Struck by Lightning o
Heard of Swine hanno rallentamenti tipici di quando non si sa come variare una canzone, senza parlare dei breakdown disseminati qua e là nei pezzi...
Bello '
Meduseld', pezzo strumentale che riporta la puzza del melodeath di metà '90 e che vede l'inserimento di un violino, ma è un po' poco.
Dispiace davvero tanto ma... per me è No.