Etichettare i
Barren Earth come gli
Opeth dei poveri è quantomeno riduttivo e non rende minimamente giustizia al combo finlandese. Tre album di alto livello non si scrivono per caso e, a ben vedere, un leggero distacco dallo stile della (fu) band di
Åkerfeldt c'è stato. Dopo un buon inizio ed un ottimo secondo disco intitolato
The Devil's Resolve, oggi i finlandesi tornano sul mercato con un album che strizza l'occhio in maniera maggiore a certo prog-psych di matrice
Pink Floyd.
Calma, calma. La solida base con cui sono costruite le canzoni è sempre un ottimo death metal melodico cosparso qua e là di folk, non inteso come tarantelle danzerecce ma come porzioni acustiche dalle reminiscenze nordiche. Inevitabile notare come
On Lonely Towers parta con diversi pezzi parecchio interessanti che vantano splendide melodie e arrangiamenti ricercati, brani che si muovono tra death melodico (
Howl), componimenti accessibili e non troppo violenti (
Frozen Processions), ottimo doom-death (
A Sharpeless Derelict), carezzevole folk poliritmico (
Set Alight) poi, pian piano, con l'avanzare delle tracce ci si va ad immergere in qualcosa di più complesso e multiforme. La seconda parte del lavoro è infatti quella più sperimentale, con pezzi lunghi oltre i dieci minuti, in cui linee malinconiche, intime e molto prog, si avviluppano su una trama delicata ed imprevedibile, quasi fosse una jam session in presa diretta. È qui che l'animo pink floydiano viene a galla, che certo "old style prog" prende il sopravvento, viene anche concesso spazio ulteriore ai singoli musicisti che, a turno, hanno occasione di mettersi in mostra, mai in modo arrogante o autoreferenziale ma sempre con un filo di sentimento su cui muoversi. Menzione speciale per il lavoro di batteria, sempre curato, preciso e fantasioso, non che gli altri strumentisti siano da meno ma, in un disco del genere, vene spesso dato per scontato l'ottimo operato delle chitarre o il lavoro delle tastiere ma trascurato quello della sezione ritmica.
Come per i precedenti lavori, anche questo
On Lonely Towers necessita di ascolti ripetuti perché ne possa essere assorbita la varietà di stili e si possa entrare tra gli strati musicali sottostanti, come per i precedenti lavori, sarà un piacere approfondire.
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