"
Between War and Terror" risale ormai ad un paio di anni fa, ma un po' perché all'epoca non aveva ricevuto le attenzioni del caso (perlomeno da queste parti) e soprattutto per ricordare a tutti che non erano finiti nell'oblio, i
Constraint riportano alla nostra attenzione il loro primo e (per ora) unico album, e allo stesso tempo hanno preso parte a un paio di festival.
Un interessamento che questa formazione svizzera conferma di meritare, visto che i
Constraint mettono subito in mostra i muscoli ringhiando già da "
Signs" (che segue l'intro di routine "
War Hymn") e dalla seguente "
Rest in Pain", episodi tra Thrash e Death, con vocals in growling e in screaming e degli interessanti passaggi di chitarra che
Adrian e
Cyrill piazzano sul martellamento continuo del drummer
Florian.
Non stupisce così trovare influenze slayerane nello scorrere una "
About War" o nelle pieghe della più meditata (almeno nelle sue prime battute) titletrack, come pure all'altezza della spedita "
Lobotomie" o della conclusiva "
The End", con rimandi ai primi Blood Feast o Destruction. Non manca nemmeno una bella spazzolata di Exodus su "
Help Me" e pure qualche fugace escursione nel Black Metal con la riuscita e articolata "
Terrorist", soprattutto trovo davvero efficace "
Marching at the Front": cattiveria, un pizzico di fantasia, voglia di far male.
Il tutto con un taglio spiccatamente ottantiano, cui ha sicuramente contribuito il lavoro dietro al banco della regia da parte di
Andy Classen, ex chitarrista degli Holy Moses e ora quotato produttore.
Ma questo non toglie che i
Constraint ci mettano anche molto del loro.
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