A distanza di un anno dal loro disco d'esordio, gli Almah di
Edu Falaschi (l'attuale cantante degli
Angra, per chi non lo sapesse) si presentano con la seconda fatica in studio. Facile definirne le coordinate, come molti di voi immagineranno: siamo di fronte ad un power metal molto tirato ed egregiamente eseguito, infarcito di melodia, ma con il piede sempre ben saldo sull'acceleratore. La distanza stilistica dalla band madre di Edu è davvero pochina, è in situazioni come queste che mi chiedo quale motivo ci possa essere, allora, per metter su un side project del genere.... Posso capire se fosse un disco di fusion, o di mazurka, ma fare la stessa musica con un altro gruppo?? Molto probabilmente, com'è il caso in situazioni del genere, le motivazioni sono di altro tipo: le canzoni di Edu, magari, non trovano spazio nella band madre, complici politiche interne già consolidate, e così il lungocrinito singer ripiega su questo progetto parallelo, in compagnia peraltro del bass player Felipe Andreoli, sempre di sponda Angra.
Il qui presente
"Fraglie Equality" ci offre 10 tracce di solidissimo power, dunque, ben condito da elicotteri di doppia cassa, riffoni al fulmicotone ed aperture melodiche sottolineate da sporadiche, ma utilissime tastiere. La voce di Falaschi, personalmente, non mi ha mai esaltato, ma anche in questo caso non posso non riconoscerne l'indubbio valore, tuttavia
de gustibus, come dicevano i latini. Insomma, se non l'aveste ancora capito, in questo disco il fattore sorpresa è ridotto a zero, sapete perfettamente cosa aspettarvi: primi tre pezzi spaccaossa, il quarto è una ballad, il quinto quello un pelo più prog (con uno stupendo solo di basso, peraltro), e così via, per un cd che conserva per la seconda parte le sue canzoni più aggressive e tirate. Piccole note a margine: percussioni brasiliane in
"Invisible Cage" (ma va??), che ricorda nel suo incedere
"Carolina IV" degli Angra (e il paragone è indegno, mi sembra fin troppo ovvio), ritmi davvero serratissimi in
"Torn", che presenta un riffing davvero da capogiro; altro lento dall'intro acustica in
"Shade of my soul", obiettivamente un gran bel pezzo... Ed una conclusione col botto con la bellissima ed aggressiva
"Meaningless World", veloce e potente, forse il più bel pezzo del lotto.
In conclusione, non vorrei essere frainteso: "Fragile Equality" è davvero un bel disco di power, con pochissimi e trascurabili difetti. Ciò non toglie che spesso, troppo spesso, ciò che ascolti ti puzzi un pò di già ascoltato. Onore e merito, comunque, a Edu Falaschi e gli
Almah, una gran bella band che, purtroppo, ha il futuro segnato dall'ombra lunga degli Angra.
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