Aura - A Different View From The Same Side

Copertina 4,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:67 min.
Etichetta:My Kingdom Music
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. AT OPENED EYES
  2. A NEW LIFE
  3. THE LORD OF TIME
  4. I WILL BE THERE FOR YOU
  5. A DIFFERENT VIEW FROM THE SAME SIDE (PROMENADE)
  6. A DIFFERENT VIEW FROM THE SAME SIDE (ROSE GARDEN)
  7. PRAY
  8. FEELINGS

Line up

  • Giovanni Trotta: vocals & drums
  • Diego Corini: guitars
  • Angelo Cerquaglia: bass
  • Francesco Di Verniere: keyboards

Voto medio utenti

Sebbene i salernitani Aura abbiano alla spalle diverse release questo “A Different View From The Same Side” è il loro vero debutto, licenziato per l’occasione dalla sempre ottima My Kingdom Music che ha la sua base proprio in provincia di Salerno.
La band suona progressive metal, dichiarandosi esplicitamente debitrice di Dream Theater, Queensryche, oltre che dei Genesis e della PFM. La quale cosa è assolutamente superflua, visto che le influenze sono riconoscibilissime semplicemente ascoltando i 67 minuti di questo disco.
Un disco che tuttavia, proprio perché pesante debitore degli acts citati, è privo di personalità, alla quale si accompagna una incapacità della band di saper mettere a frutto le innegabili doti tecniche, producendo così canzoni scialbe, senza mordente che sono nella migliore delle ipotesi opache.
Se si eccettua il pregio di non voler stupire con effetti speciali e tecnicismi, cosa che sarebbe assolutamente legittima e normale quando si suona prog, è pur vero che questo disco è un monumento ai clichès. Infatti non mancano canzoni lunghissime, suite fatte di più parti, e tutto il bagaglio del perfetto progster.
I 10 minuti dell’opener “At Opened Eyes” sono assolutamente sovrabbondanti, sfociando quasi subito nella noia, e ci si rende conto che questa canzone sarebbe potuta durare anche meno della metà, senza che nessuno avrebbe potuto rimpianti, anzi, forse la canzone ne avrebbe acquistato impatto.
Per avere uno spunto interessante bisogna aspettare 15 minuti, ovvero alla fine della seconda canzone, “A New Life”, dove la band inserisce parti swing/jazz, assolutamente fuori contesto, e quindi in quanto tali censurabili, ma sicuramente capaci di attirare l’attenzione dell’ascoltatore.
Il disco stenta a decollare, è scialbo, sembra “annacquato”, le poche buone idee sono diluite in un mare di banalità. Prendete “Pray” ad esempio, che ha una struttura abbastanza lineare, con una buona melodia, poi ad un certo punto, quasi a voler giustificare l’etichetta prog, la band impazzisce e cerca di dimostrarci di essere costituita da funamboli dello strumento.
La conclusiva “Feelings” è una ballad (poteva mancare una ballad alla fiera del clichè?), la quale vede coinvolta anche una voce femminile (potevamo farci mancare anche la muliebre voce di una donzella?).
Non mi piace essere duro con le bands, men che meno con le bands capaci, che hanno fatto parecchia gavetta e per di più sono miei conterranei (e gli Aura sono tutto questo), ma questo disco è assolutamente privo di personalità e, in definitiva, di buone canzoni. Ragazzi vi mancano le canzoni, secondo me dovreste lavorare di più sul songwriting, sforzandovi di suonare con maggiore convinzione. Rimandati alla prossima.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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