Sta per finire quello che da molti sarà ricordato come uno dei peggiori anni della storia del rock/metal. Nel 2010, le liste delle news sono somigliate davvero troppo ad un bollettino di guerra a causa dei decessi, delle malattie e degli incidenti che hanno costellato gli ultimi dodici mesi.
L’hanno scampata bella
Gilby Clarke (ex Guns N’ Roses),
Steve Perry (Aerosmith) e
Patrick Fuchs (Ross The Boss), protagonisti di incidenti stradali, così come i
Fear Factory e gli
Enforcer, i cui gravi problemi coi rispettivi tour bus rischiavano di allungare la lista delle disgrazie del 2010.
I ricoveri ospedalieri e le operazioni chirurgiche sono anche difficili da contare: il by-pass cardiaco di
King Diamond, i problemi alla schiena di
Tom Araya (Slayer) e
Stephen Pearcy (Ratt), l’emorragia cerebrale di
Bret Michaels (Poison), l’infarto di
Tony Mills (TNT), la grave influenza di
Donovan “Damon” Mason (Cradle To Grave), la pancreatite di
Bill Kelleher (Mastodon), i molteplici problemi di
Zakk Wylde (Ozzy Osbourne, Black Label Society), le condizioni delle gambe di
Sakis Tolis (Rotting Christ), la frattura cranica di
Karin Axelsson (Sonic Syndicate), i problemi alla gola di
David Draiman (Disturbed), i problemi al naso di
Duff McKagan, la ferita d'arma da fuoco di
Paul Arnold (At War) e l’esaurimento nervoso di
Roy Khan (Kamelot).
Più gravi, invece, i problemi per alcuni protagonisti della scena internazionale, che hanno annunciato di avere il cancro e che stanno tuttora combattendo la battaglia più dura:
Nicolas Milanese (Slowmotion Apocalypse),
Fergie Frederiksen (Toto),
Curtis Beeson (Nasty Savage),
Nergal (Behemoth) e, ultimo in ordine di tempo,
Jorg Michael (Stratovarius, Rage, Running Wild, Saxon e decine di altre band). A tutti loro, ovviamente, non possiamo che augurare di uscire fieri e vincitori dalla battaglia contro la malattia.
Una lista che fa paura, alla quale purtroppo sono da aggiungere i nomi di chi ci ha lasciato per sempre. Ventuno morti in dodici mesi sono decisamente un numero impressionante. Non tutti hanno avuto, come è normale che sia, la stessa attenzione dei media, ma tanti fan sono rimasti orfani dei propri beniamini. Personalmente, non ritengo ci sia un motivo per cui queste cose accadano: non ho mai creduto nel destino, nelle “catene” di eventi, ma solo e semplicemente al caso. Una riflessione è comunque doverosa e credo che a più di qualcuno di noi sia venuta spontanea.
Il tempo passa, amici. Arriverà necessariamente un momento in cui tutti quelli che da ragazzini erano i nostri miti inizieranno ad andarsene. È l’ordine naturale delle cose e, anche se è vero che la gran parte di quelli che ci hanno lasciato erano troppo giovani per morire, prima o poi dovremo fare i conti con un inevitabile passaggio generazionale. Io ho trent’anni, la maggior parte dei miei musicisti preferiti ha abbondantemente passato i quaranta, in alcuni casi anche i cinquanta o i sessanta. Purtroppo accadrà. Dunque, se è una cosa normale e se, in fondo, non sono imparentato né direttamente in amicizia con nessuna di queste persone, perché ho sentito il bisogno di scrivere?
Chi non ha amato sinceramente la musica non può capire, è inutile perfino provare a spiegarlo. Tuttavia, io so per certo che molti di noi hanno provato sgomento quando hanno letto certe notizie. Un profondo senso di vuoto interiore e un dispiacere reale. Anni di concerti, viaggi, letture, dischi macinati nello stereo per giorni e giorni, sacrifici economici fatti nel nome di qualcosa che per tutti noi è più di semplice “musica”. L’affetto di un fan può essere veramente grande, soprattutto quando a riceverlo sono persone in grado di apprezzarlo, che si sono costruite una carriera giorno dopo giorno, sputando sangue e vivendo di pura passione.
Queste righe sono per voi che non ci siete più. Gran parte di voi vivrà per sempre in ogni nota suonata, nella memoria di ogni ragazzino che è stato in trepidante attesa di un vostro concerto, in ogni disco comprato, in ogni maglietta indossata, in ogni discussione tra appassionati di musica. Ci sono diversi modi per lasciare un segno del proprio passaggio: voi con la vostra voce, i vostri strumenti e il vostro lavoro avete regalato a molti di noi qualcosa in cui credere. Da parte nostra, un unico e immenso grazie.
In memoria di:
ARMANDO ACOSTA (Saint Vitus) 25/11/2010
BILL AUCOIN (storico manager dei Kiss) 28/06/2010
BRIAN “DAMAGE” KEATS (Misfits) 12/01/2010
CHRIS RYBICKI (Unearth) 20/09/2010
DAVE MACHANDER (Annihilator) 08/12/2010
JAMES OWEN SULLIVAN “THE REV” (Avenged Sevenfolds) 28/12/2009
JASNUZ SOLONA (Stos) 09/05/2010
JOE PTACEK (Broken Hope) 20/01/2010
JUHANI PALOMAKI (Colosseum) 17/05/2010
MAHK DANIELS (Early Graves) 02/08/2010
MICK COCKS (Rose Tattoo) 22/12/2009
PAUL GRAY (Slipknot) 24/05/2010
PETER STEELE (Type O Negative) 14/04/2010
RONNIE JAMES DIO (Heaven and Hell, Dio, Rainbow, Elf) 16/05/2010
SATANA (Tossic) 28/07/2010
STEVE LEE (Gotthard) 05/10/2010
TOMASZ DZIUBINSKI (fondatore della Metal Mind Productions 16/12/2010
TONY EDWARDS (storico manager dei Deep Purple) 14/11/2010
TONY TAYLOR (Twisted Tower Dire) 06/02/2010
TREVOR FLAMING (Sweet Savage)
WOLFGANG TESKE (Defeated Sanity) 12/09/2010