Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:35 min.
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. X2
  2. WHERE DREAMS GO TO DIE
  3. SPORE
  4. IN THIS LIGHT
  5. REDEMPTION
  6. VINDICATION
  7. MIDNIGHT LULLABY
  8. A WORLD WITHOUT
  9. DON'T LOOK BACK
  10. FALLOUT
  11. OPEN ROAD

Line up

  • Eddie Jackson: bass
  • Scott Rockenfield: drums
  • Michael Wilton: guitars
  • Todd La Torre: vocals
  • Parker Ludgren: guitars

Voto medio utenti

Questo è un album dei Queensryche.
Di quei Queensryche che hanno fatto la storia del metal.
Di quelli che in tanti abbiamo amato alla follia.
E’ un disco dei Queensryche, cantato alla grande da un singer di levatura mondiale, che non è Geoff Tate e non lo sarà mai, eppure sia su disco che dal vivo riesce ad essere esattamente ciò che serve a questa band.

Non è un album fatto di schifezze mezze alternative, mezze elettroniche, orpelli completamente inutili, che tanto hanno fatto male ai dischi usciti dopo il 1994, dove in mezzo a qualcosa di appena decente troviamo davvero tanta rumenta, come dicono a Genova.

Guardate il voto: capirete da soli che non siamo ai livelli dei capolavori epocali, ma chi veramente crede che oggi possano uscire dischi come quelli? Io ho smesso di sperarci, sinceramente. Eppure, qui dentro, ritroviamo quelle linee vocali geniali, quelle melodie inarrivabili, quell’ombra di oscurità e malinconia che ha sempre caratterizzato il sound della band di Seattle e che oggi ritorna più viva e splendente che mai. Dunque pur non arrivando ad eguagliare tali fasti, ci siamo incredibilmente vicino. Credetemi se vi dico che basta un ascolto per rendersi conto di trovarsi di fronte a qualcosa che suona esattamente come quello che tutti avrebbero voluto sentire. Qualcosa di destinato a girare nello stereo per molto tempo.

Tolta l’intro e il breve intermezzo di Midnight Lullaby abbiamo nove pezzi per circa mezz’ora di musica. Essenziali e perfetti, senza filler, senza sbavature, con una personalità ed una riconoscibilità commoventi. Sentitevi le melodie di Spore, il crescendo di A World Without, il ritornello di Don’t Look Back (con La Torre che arriva in cielo), la classe di Open Road, il progressive metal purissimo di Vindication, la cadenza irresistibile di Where Dreams Go To Die (gran titolo, tra l’altro)…è come tornare in una casa rimasta chiusa e lontana per troppo tempo.

Questo va “dritto per dritto” (occhio alla citazione colta…) tra i top 2013. Con buona pace di Tate, del suo favoloso carattere, del suo ridicolo Frequency Unknown e della sua vena creativa, morta e sepolta da anni.

Bentornati Queensryche.
Recensione a cura di Alessandro Quero
Sorprendente.Identità Ritrovata!

Per quanto LaTorre non potrà mai sostituire e raggiungere le vette del Tate del passato,quantomeno riesce nell'impresa di far risalire la china ad una band ormai allo sbando e a fare meglio dell'ultimo pessimo Tate,pur clonandolo in molte parti.Un disco fieramente METAL e in grado di riportare nella band la giusta Energia.Il miglior album dai tempi di"Promised Land"(esclusi i live albums).

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 01 lug 2013 alle 17:37

Da quando la bellezza di un disco si giudica dalla sua lunghezza? Quindi una canzone di 3 minuti è meglio di una canzone di 6 o di 13? Quindi Master of puppets, justice for all, Halloween, Keeper of the seven keys, Rime of the ancient mariner e seventh son fanno cagare. Per citerne alcune e per tacere dei Pink Floyd. Poi crocifiggere il povero Tate mi pare eccessivo. Solo perchè ha voluto intraprendere nuove strade e sperimentare qualcosa di diverso. Può piacere o non piacere ma tirare merda mi pare ingiusto. Assolutamente, la bellezza di un disco non la si giudica dalla sua lunghezza. Basti pensare alla ridicola operazione commerciale che fecero i Guns ai tempi di UYI (se facevano un unico LP con la selezione dei migliori brani era molto meglio). Secondo me questo disco è davvero un gran bel disco, tuttavia se avessero inserito ancora un paio di brani dello stesso livello di quelli presenti nel CD sarebbe stata una gran cosa. Per quello che riguarda Tate non si discute tanto la scelta stilistica, qanto il volersi impuntare sull'utilizzo del nome. Suvvia quelli di Tate NON sono i "Queensryche", mentre la "banda" di Wilton e Rockenfield li onora al meglio.

Inserito il 01 lug 2013 alle 08:38

Da quando la bellezza di un disco si giudica dalla sua lunghezza? Quindi una canzone di 3 minuti è meglio di una canzone di 6 o di 13? Quindi Master of puppets, justice for all, Halloween, Keeper of the seven keys, Rime of the ancient mariner e seventh son fanno cagare. Per citerne alcune e per tacere dei Pink Floyd. Poi crocifiggere il povero Tate mi pare eccessivo. Solo perchè ha voluto intraprendere nuove strade e sperimentare qualcosa di diverso. Può piacere o non piacere ma tirare merda mi pare ingiusto. Concordo sul fatto che la bellezza di una canzone non si può giudicare dalla sua lunghezza, ma nessuno ha detto che le canzoni lunghe siano brutte. Sono comunque d'accordo sul fatto dell'ingiusto crocifiggere crocifiggere Tate solo per aver voluto intraprendere un cammino diverso, che poi era lo stesso cammino voluto dagli altri (Vedi Spys4Darwin per De Garmo, Slave To The System per Rockenfield e Soulbender per Wilton). A mio avviso va criticato per altri motivi, ma non per quello (e poi a me "Frequency Unknown" è piaciuto... non quanto questo Queensryche)

Inserito il 30 giu 2013 alle 21:04

Da quando la bellezza di un disco si giudica dalla sua lunghezza? Quindi una canzone di 3 minuti è meglio di una canzone di 6 o di 13? Quindi Master of puppets, justice for all, Halloween, Keeper of the seven keys, Rime of the ancient mariner e seventh son fanno cagare. Per citerne alcune e per tacere dei Pink Floyd. Poi crocifiggere il povero Tate mi pare eccessivo. Solo perchè ha voluto intraprendere nuove strade e sperimentare qualcosa di diverso. Può piacere o non piacere ma tirare merda mi pare ingiusto.

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