Inchiodata con freno a mano tirato, inversione di marcia e si torna indietro. Giusto il tempo di fermarsi un attimo a far scendere alcuni passeggeri ed imbarcarne di nuovi.
Nello specifico, chi ritorna a bordo sono
Adrian Erlandsson ed il singer
Marco Aro, a cui si aggiunge l'esperto
Ola Englund, si va quindi a comporre una line-up di assoluta esperienza accanto all'inossidabile fulcro
Björler/Jensen.
I
The Haunted abbandonano gli sperimentalismi degli ultimi tre dischi e tornano a battere strade ben conosciute, sono le strade da dove sono partiti e le vie principali si chiamano
One Kill Wonder e
Made Me Do It.
Sempre sul filo tra thrash ipervitaminico ed il melodic death di stampo svedese, i
The Haunted ci propongono questo
Exit Wounds che non è sicuramente un capolavoro ma che offre svariate canzoni davvero buone, ispirate e che fa piacere ascoltare parecchie volte. Certo, i pezzi sono forse troppi (14 i brani) col rischio di allungare la minestra e che qualcuno sia sottotono, ma non accade spesso e nel complesso ci si diverte, anche perché parliamo di poco più di una quarantina di minuti. Il lavoro dei musicisti è perfettamente equilibrato con nessuno che voglia fare la star e nessun tecnicismo fuori luogo, forse il cantato di
Marco Aro è un tantinello monotematico e si poteva osare leggermente di più ma fa comunque il suo sporco lavoro, ci sono poi i riff ispirati e le buone melodie delle due chitarre che riequilibrano il tutto. Alcuni dei brani meglio riusciti si trovano proprio nel mezzo del lavoro come
All I Have (una delle più atmosferiche, melodiche e meno sparate),
Temptation (che sprigiona potenza al 100%),
Trend Killer (in cui, come ospite, abbiamo lo smilzo
Chuck Billy) ma le canzoni di pregevole fattura sono un po' ovunque. Certo, a volte il richiamo
Slayer è parecchio forte, come in
Cutting Teeth, ma molto, molto meno che in passato. Registrazione perfetta, suoni molto buoni.
Se conoscete bene ed avete apprezzato gli esordi di questa band "sorta dalle ceneri degli
At The Gates"(come recitava all'epoca qualsiasi slogan promozionale), vi piacerà sicuramente questo nuovo
Exit Wouds, anche perché più maturo e con qualche leggera linea melodica ereditata dagli ultimi dieci anni di attività. C'è solo da vedere come si evolverà la situazione dei
The Haunted (già sull'orlo dello scioglimento un paio di anni fa) con l'imminente ritorno sulle scene degli
At The Gates, con cui condividono due importanti componenti. Vedremo, intanto godiamo di questo nuovo, riuscito lavoro.