Sailor Free - Spiritual Revolution pt. 2

Copertina 8

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2016
Durata:43 min.
Etichetta:Tide Records

Tracklist

  1. SPIRITUAL OUVERTURE II
  2. THE MAZE OF BABYLON
  3. SOCIETY
  4. THE FUGITIVE
  5. AMAZING
  6. GAME OVER. IT'S ME
  7. WE ARE LEGION
  8. SPECIAL LAWS
  9. COSMOS
  10. ABOUT TIME
  11. REVOLUTIONARY SOUL

Line up

  • David Petrosino: vocals, piano, keyboards, guitar
  • Raimondo Mosci: drums
  • Alphonso Nini: bass
  • Stefano Toni: drums
  • Stefano "The Hook" Barelli: guitar
  • Lorenzo Canevacci: guitar
  • Cecilia Amici: backing vocals
  • Stefano Ribeca: saxophone

Voto medio utenti

Come mai nessuno mi ha informato che i Sailor Free erano tornati in attività? Perché i telegiornali non hanno dato enfasi alla notizia, invece di propinarci quotidianamente gli sterili sproloqui della nostra “fantastica” classe politica? Beh, forse è “anche” colpa mia, che benché sfoghi la mia passione di musicofilo sfruttando il potere smisurato dell’amata / odiata Rete, sono ben poco social
Comunque sia, non posso che essere strafelice che David Petrosino e i suoi sodali abbiano deciso di riprendere a diffondere il loro illuminato verbo artistico e mentre (dopo essermi rammaricato per non averlo ancora fatto!) sarò costretto a cercare di recuperare quanto prima il disco del “ritorno”, “Spiritual revolution” (del 2012), mi appresto, con quella trepidazione concessa solo ai miei preferiti, a “affrontare” questo nuovo “Spiritual revolution pt. 2”, la seconda parte, per l’appunto, di un concept ispirato al “Silmarillion” di Tolkien, per una storia d’amore che parte dall’uomo e diventa “universale” (“[…] per l’umanità, per la capacità d’immaginare e di rischiare, per la ricerca costante di possibili mondi migliori, per il condividere sapere e soluzioni. […]” cfr. il facebook della band romana) in cui spero vivamente di ritrovare intatte tutte le caratteristiche espressive che avevano reso “Sailor Free” e “The fifth door” due piccoli capolavori di prog-rock mutante da inserire senza indugio nel novero dei gioielli sottovalutati del nostro ricco panorama musicale.
Ebbene, l’album è ancora una volta splendido, forse leggermente meno attanagliante dei suoi predecessori “storici”, eppure capace di catturare irrimediabilmente i sensi mescolando inquietudine, tensione, passionalità e raffinatezza, e così facendo raggiungere cuore e cervello con la forza invincibile della creatività e della personalità. Eh già, perché, anche se per offrire qualche indicazione di massima all’ascoltatore inesperto, potremmo citare King Crimson, The Cult, Ultravox, Bowie, Simple Minds e Van Der Graaf Generator (finendo per spingerci fino a Riverside e a Steven Wilson), la verità è che i Sailor Free non rischiano di essere “confusi” con qualcun altro, ostentando quel carisma sempre meno frequente in una scena schizofrenica e livellata.
La voce di David, profonda e straordinariamente evocativa come ai “bei tempi”, vi condurrà in quest’universo davvero straniante e magnetico, in cui sarà quasi inevitabile finire per essere “posseduti” da uno spirito avvolgente e liquido, denso e vibrante, oscuro e visionario, impossibile da trascurare.
Tra affascinanti dissertazioni settantiane (“The maze of Babylon”, con un Ribeca in versione David Jackson), sinistre sperimentazioni elettro-tribali (“Society”, “Game over. It's me”), fremiti sensuali e decadenti (la ballata “The fugitive”, non lontanissima da certi Depeche Mode, “About time”, “Revolutionary soul”), ricognizioni jazzate (l’oscura “Amazing” e il suo impressionante crescendo e la più “leggera” “Special laws”) ed esaltanti pulsazioni psichedeliche (“We are legion”), vi troverete quasi senza accorgervene a essere contagiati da questi suoni così variegati, intensi e vitali, espressione di classe, talento e di un’enorme forza comunicativa.
Bentornati (un po’ in ritardo, sorry …) ragazzi … solo ora mi accorgo fino in fondo di quanto mi siete mancati …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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