Sankt Velten - The Discreet Charm of Evil

Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2019
Durata:50 min.
Etichetta:Scare Records

Tracklist

  1. DANCING IN PURGATORY
  2. SEX IN A MICROWAVE
  3. I WON'T DIE AGAIN
  4. MANO CORNUTA
  5. BACK INTO THE FIRE
  6. THE DISCREET CHARM OF EVIL
  7. GOD'S FOR SALE
  8. DO PENANCE
  9. WARPORN
  10. POSTCARDS FROM HELL

Line up

  • Sankt Velten: vocals, guitar, bass
  • Eldar Ibrahimovic: drums
  • Catharina Demonica: vocals

Voto medio utenti

Sankt Velten, forma arcaica per indicare il demonio, è l'alter ego di Arnd Klink, chitarrista e nei tempi più recenti anche vocalist della storica thrash metal band germanica Darkness. In sostanza si tratta di un progetto solista, dove Arnd svolge il compito di cantante, chitarrista, bassista e compositore, con la collaborazione del batterista e compositore croato Eldar Ibrahimovic e della affascinante vocalist Catharina Demonica per i cori.
Il sound proposto in questo album dal musicista tedesco si discosta parecchio da quello del suo gruppo principale, infatti siamo in territorio più classicamente heavy metal con qualche vibrazione di horror-rock sul genere di King Diamond/Mercyful Fate.
Brani di media lunghezza, dove troviamo un metal galoppante, incalzante, molto primi anni '80, ma con un tocco oscuro e messianico che veicola messaggi sulla eterna lotta tra bene e male, sul fascino del lato oscuro dell'esistenza, sull'evoluzione contemporanea della ribellione alle catene religiose ed agli stereotipi imposti dalla società ("Sex in a microwave","Warporn"). Non pensate comunque ad un lavoro cerebrale o troppo impegnato intellettualmente, qui i riff e gli assoli sono di puro acciaio con qualche eco Maiden/Priest e le ritmiche mantengono costantemente il loro tiro epidermico e bombastico. Casomai vengono inseriti brevi passaggi più evocativi ed orrorifici, grazie al controcanto stregonesco e ritualistico di Catharina, vedi la splendida "I won't die again".
Tutto bene, allora? Non proprio. Secondo me la voce di Klink non riesce sempre a creare vera intensità satanica e qualche brano sembra un pò stiracchiato e calligrafico ("Do penance"), abbassando il livello medio del disco. Ci sono tracce davvero buone e strumentalmente corpose ("Mano cornuta", la title-track) ed altre che vorrebbero essere atmosferiche ed avvolgenti ma risultano un filo fiacche e troppo ambiziose ("Back into the fire"). Diciamo che non sempre l'indubbia abilità chitarristica del nostro Arnd riesce a dare quel pizzico di smalto in più alle canzoni.
Quindi un lavoro di classic-HM buono, a tratti ottimo, ma con qualche caduta di tensione. Certamente, visto il livello non eccelso delle uscite metal odierne, posso consigliarlo senza indugi agli amanti dell'heavy più tradizionale ed ortodosso, pur non essendo album clamoroso.

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