Copertina 8

Info

Anno di uscita:2020
Durata:45 min.
Etichetta:Black Lion Records

Tracklist

  1. REVENGE BY FIRE
  2. YEE NAALDLOOSHII
  3. THE FUNERAL PYRE
  4. SEPTEM PECCATA MORTALIA
  5. THE WOLVES THRONE
  6. AS WE SERVE THE MASTERS PLAN
  7. BESTIAL WINTER
  8. HYMN TO KVAENLAND

Line up

  • Jakob Björnfot: all instruments

Voto medio utenti

Kvaen è il progetto solista di Jakob Björnfot, ex chitarrista dei The Duskfall ed impegnato attualmente con i melodic death metallers Autumn Death, nato nel 2019 e che grazie alla Black Lion Records pubblica solo un anno dopo il debut album "The Funeral Pyre".
La Black Lion Records per quanto mi riguarda è sinonimo di qualità, avendo di recente pubblicato gli ottimi lavori di Apotheus, Vagrant e Meadows End giusto per fare qualche nome, e si è confermata una sicurezza anche con l'album di cui parliamo in queste righe.

Avvalendosi delle qualità di vari ospiti tra i quali spiccano Sebastian Ramstedt (axeman dei Necrophobic) e Perra Karlsson (ex drummer dei Deströyer 666 ed attuale membro degli In Aeternum), Jakob ha confezionato una miscela esplosiva di pagan black metal che trascina implacabile con le sue storie di acciaio vichingo, morte, sangue, odio contro gli invasori sino all'inevitabile Ragnarök.
"The Funeral Pyre", sin dal primo riff dell'opener "Revenge By Fire", rovescia un uragano di metallo rovente sulle nostre orecchie, che incredule si beano dell'incredibile nera melodia che Kvaen riesce a riversare tra il furioso tremolo picking ed i feroci blast beats.

Come nelle misteriose lande desolate della Svezia settentrionale -già mirabilmente esaltate dai Dissection ai tempi di "Storm of the Light's Bane"- così nella musica dei nostri non vi è tregua, pietà o luogo in cui nascondersi se non nella morte, introdotta da un delicato intarsio di chitarra che brucia rapido e virulento nella splendida titletrack.
L'aggressione micidiale di "Septem Peccata Mortalia", la gelida successione di nere melodie di "The Wolves Throne", l'incedere inarrestabile e fragoroso di chitarre gonfie e drumming serrato di "As We Serve the Master Plan": per 45 minuti ho avvertito distintamente risuonare gjallarhorn come mi capita solamente durante l'ascolto dei sommi Mithotyn.

Il crepuscolo del disco arriva in modo inaspettato con la strumentale "Hymn To Kvenland", le cui linee melodiche sognanti offrono la pace di un riposo eterno sotto una coltre di spesso ghiaccio.
"The Funeral Pyre" è un album da e per la guerra, chi non se la sente passi: io ne sono stato talmente avvinto da riservargli già adesso un posto nella top ten di fine anno.

Kvaen - "The Funeral Pyre"(full album)


Recensione a cura di Alessandro Zaina

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 31 mar 2020 alle 12:48

Sottoscrivo in pieno! Quando ho letto "Mithotyn" nella recensione non ho avuto bisogno di altre motivazioni! Da stamattina sono già al terzo ascolto. Già ordinato! Un perfetto esempio di Pagan/Viking...bellissimo...non c'è molto altro da dire. Per i fan del genere è un must!

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