Con il nuovo album gli
Iku-Turso si confermano ancora una volta come una band non solo instancabile e prolifica, ma anche capace di mantenere sempre un’elevata qualità nella propria proposta e cosi’, dopo aver omaggiato le loro radici folk con il precedente mini album
“Storm Over Isengard” , la band da alla luce il proprio album folk… folk black metal di altissima qualità che si eleva senza timore di smentita al fianco dei capolavori del genere, rivisitandoli, riadattandoli e “ammodernandoli” secondo il sentire del quintetto finnico-olandese ... Per riuscire in un’opera così mastodontica
Iku-Turso da vita ad un concept album liberamente ispirato al tipico folk finlandese di cui riprende alcune parti in lingua originale. La storia di per se è molto classica e impregnata del classico folklore nordico, che nell’opener
“Kuolematon” si concretizza nella richiesta a Tapio (il Dio della Foresta) di fare del nostro guerriero un tutt’uno con i boschi e con la loro essenza, e che, per fortuna, non necessariamente si concretizzerà con la sdolcinata vittoria dei buoni sui cattivi, come da format politically correct tanto di moda negli ambienti radical shit, anzi, il “dramma” che vive il nostro "eroe" è quello più terreno legato alle gesta di normali guerrieri che hanno assaggiato tanto l’ebbrezza della vittoria, magnificamente espressa nella seconda traccia
“Belum” , quanto l’amarezza di una vittoria mai celebrata perché il ritorno al villaggio combacerà con la straziante visione della distruzione dello stesso, avvenuta in sua assenza (
“Ashes”) … Insomma, come è facile intuire l’album è un susseguirsi di momenti esaltanti e sanguinari dove, come in
“Ultionis”, si odono i migliori
Satyricon di
“Dark Medieval Times” , piuttosto che
Windir, fare capolino con costante ma discreta insistenza. Alternati a questi momenti più estremi ne troviamo altri più riflessivi, malinconici e fieramente epici (come
“Wanderer”) che richiamano ai mai troppo lodati
Darkwoods My Betrothed (di cui consiglio spassionatamente lo spettacolare esordio
“Heirs Of The Northstars” piuttosto che il seguente inno epico-pagano
“Autumn Roars Thunder”) … L’ascolto di
“Pakana” è una vera e propria esperienza che vi farà respirare in pieno lo spirito nordico di questo impavido guerriero alle prese con la quotidiana lotta per la sopravvivenza, con il dolore nel seppellire i propri cari (incredibilmente materializzata dall’angosciante
“Funus”) e il ritorno alla simbiosi con la terra genitrice (finale da brividi con
“Solace”) … Mi si potrebbe tacciare di favoritismo nei confronti della band e in effetti non posso nascondere che sin dal primo ascolto del loro debut ho avuto un debole per
Iku-Turso, una band che da sempre incarna alla perfezione lo spirito unico, vero e originale del black metal che fu, ma, credo anche che questo “favoritismo” se lo siano ben meritati nel corso della loro per ora breve storia, che ha sempre saputo regalarci pezzi di buona/ottima fattura, e questo
“Pakana” , non fa che accrescere ancor di più la mia personale ammirazione nei loro confronti … il ritorno degli
Iku-Turso è di quelli che lasceranno il segno grazie anche ad uno dei cover artwork migliori degli ultimi anni … Colossale, fiero, epico e battagliero, HORNS UP!