Quando pensi ai paesi del metal europeo difficilmente viene in mente di nominare il Belgio. A parte
Aborted, Ancient Rites, Agathocles e Fading Bliss giuro che faccio una enorme fatica a continuare la lista di band uscite dal dominio di Re Filippo, eppure anche a quelle latitudini la scena underground è pulsante e vitale.
Il quartetto dei
Bones proviene dalla città portuale di Anversa ed è dedito alla causa del death metal. Nonostante la band si sia formata nel lontano 2010, solo ora riesce a pubblicare il suo primo due pezzi intitolato
“Gates of the night” tramite la svedese
Blood Harvest.
Come sempre accade, due brani sono pochini per capire a fondo le qualità di una band ma riescono lo stesso a darci delle coordinate sulla direzione che questa vuole intraprendere e i belgi non costituiscono una eccezione.
“Utterrance beyond death” ha un piglio oppressivo, articolando nel suo incedere sia mid che up tempo su una base influenzata dal marciume in stile
Autopsy si fondono elementi tipici del sound centroeuropeo senza però scadere in una caotica cacofonia fine a sé stessa con un buon finale che cresce di intensità.
Nel lato B troviamo la titletrack, episodio decisamente più corposo in quanto sfiora i sette minuti di durata, in cui la band si approccia all’ascoltatore con un modo molto più teatrale e sofferente grazie alla performance vocale del cantante/chitarrista
Stef. Anche qui si nota la predisposizione della band ad articolare la struttura delle proprie canzoni proponendo più variazioni del tema principale.
I
Bones riescono ad intrigare, ma si aspettano prove più impegnative per giudicarli in modo più preciso.
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