Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:33 min.
Etichetta:The Charming Man Records

Tracklist

  1. CAPPING DAY
  2. BACK FROM THE GRAVE
  3. WORSHIP YOU
  4. EXTINCT CULTS
  5. MAN IS WOLF TO MAN
  6. THE DEVIL PROBABLY

Line up

  • Renè Sitte: guitar, vocals
  • Tobert Knopp: bass
  • Renè Roggmann: drums, vocals

Voto medio utenti

Gli amburghesi Mountain Witch sono rappresentanti emblematici della scuola neo-sabbathiana. Questo "Extinct cults" è il loro quarto full-length, perfetta rappresentazione moderna del culto settantiano di Ozzy e soci. Atmosfere sinistre e riff potenti, lentezza funerea ed accellerazioni hard rock, impostazione vocale dark-melodica, non c'è dubbio che la formazione tedesca abbia consumato fino alla nausea dischi come "Masters of reality","Sabbath Bloody Sabbath" o "Sabotage". Se ascoltate attentamente la seconda metà di un brano come "The devil probably", in certi passaggi si sfiora il plagio vero e proprio. Episodio anche piacevole, perchè ricco di dinamismo e cambi di ritmo, ma sicuramente derivativo.
Si apprezza comunque lo sforzo del trio di trovare una propria identità, aggiungendo vibrazioni horrorifiche alla cupa ed evocativa "Capping day" oppure puntando su un rock dal timbro più easy ed orecchiabile ("Back from the grave") o ancora sul doom cadenzato e sferzante a metà strada tra Pentagram e Beastmaker nella trascinante "Worship you". Discorso a parte merita la title-track, che parte con un breve momento quasi folk per trasformarsi poi in un doom-rock spiraleggiante e carico di malinconia ed abbandono. Canzone ben congegnata, con passaggi più robusti ed aggressivi alla Orchid, una band dall'impostazione molto simile a questa. Riportare la magia dei Black Sabbath nell'epoca contemporanea, alla fine è questo l'obiettivo di gruppi come i Mountain Witch (da non confondere con gli americani Witch Mountain, altra doom band del settore).
Operazione che riesce solo in parte, ad essere sinceri. Ad esempio l'aspetto vocale risulta non abbastanza incisivo e coinvolgente, spesso emerge la sensazione di qualcosa di già sentito, alcune canzoni non dispiacciono ma neppure brillano.
Diciamo che è un album da sufficienza piena, ma come mi dicevano i professori a scuola "se l'allievo si impegnasse maggiormente, potrebbe ottenere risultati migliori". Comunque, se siete fans di Orchid, Pallbearer, Beastmaker, Sacred Oath, Summoner, merita un ascolto.

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