Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:36 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. BREAKTHROUGH & CONQUER
  2. EARTHSCRAPER
  3. NO DAMAGE
  4. XYZT
  5. FIFTH POINT OF THE PENTANGLE
  6. FAMILY MAN
  7. MOUNTAIN RANGES
  8. FIRST FLOWER
  9. THOUGHTFORMS

Line up

  • Steve Moore: synths, guitar, bass
  • Anthony Paterra: drums

Voto medio utenti

Il giorno degli Zombi! O se preferite l’anno, no, non mi sto riferendo al classico romeriano, o chiamando in causa i bamboccioni semoventi golosi carne umana e che puzzano quanto le ascelle del fantozziano Franchino.
Qui mi sto riferendo al ritorno dopo cinque anni del nuovo album di synth prog del duo formato da Steve Moore e Anthony Paterra; un album in linea con lo stile dei nostri che si rifà a certe atmosfere da colonna sonora di film horror anni 70/80.
Il nuovo parto creativo del duo si intitola come l’anno corrente; brevità e concisione, ma la materia sonora contenuta qui è di assoluta qualità.
Breakthrough & conquer” apre con un brano che è direttamente ispirato al buon John Carpenter che incontra l’hard; basta sentire il synth con un accordo riconoscibile.
Ma non è tutto, il mordente hard è dato dal riff di chitarra e basso, la batteria da il tiro al brano in coppia con i sintetizzatori che con brevi note in accordo con una chitarra settantiana creano un’atmosfera stupenda e old school.
Il secondo brano e singolo “Earthscraper” sembra doom prog, questo a causa dell’andamento pesante e i riff di chitarra lenti e minacciosi.
Le tastiere creano un tappeto inquietante e si fanno sentire ad inframezzare il brano con le evoluzioni di basso che si attorcigliano come un serpente.
Xyzt” sembra chiamare in causa il prog rock dei Goblin, alfieri nostrani delle colonne sonore.
Brano in controtempo con riff a spirale e tastiere dal gusto horror e ispirate agli anni ottanta.
Family man”, prende ancora spunto dal doom vecchia scuola, basta sentire il riffing iniziale e l’andamento lento di questo mid tempo.
Il basso è lo strumento principe che tiene alta la tensione con le tastiere in sottofondo, una fusione perfetta tra prog e hard.
First flower” parte in maniera percussiva, con la batteria quasi tribale per poi ecco arrivare un accordo e tastiere d’ispirazione prog seventies con una punta minacciosa.
Qui il basso e le tastiere reggono tutta la struttura ritmica in questo impasto sonoro, la batteria è ben delineate da ritmiche precise e quadrate; l’atmosfera è horrorifica e sarebbe il commento musicale perfetto per un film di genere.
Un album che conferma che il duo ha idee chiare sulla propria linea musicale, se si dovesse creare un’ideale colonna sonora per un film fantahorror sicuramente i nostri sarebbero della partita, da avere.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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