Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2020
Durata:45 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. THE HOUSE OF THE FALLEN SOULS
  2. THE BOOGEYMAN
  3. MY LIFE
  4. A SAD SONG
  5. SHINING BLACK
  6. JUST ANOTHER DAY
  7. WHERE ARE YOUR GODS
  8. THE CAROUSEL
  9. THE DAY WE SAID GOODBYE
  10. WE FALL

Line up

  • Olaf Thörsen: guitars
  • Mark Boals: vocals
  • Oleg Smirnoff: keyboards
  • Nik Mazzucconi: bass
  • Matt Peruzzi: drums

Voto medio utenti

Il sodalizio artistico tra Olaf Thorsen e Mark Boals nasce nel 2014, per 'colpa' di Roberto Tiranti, che in quel momento decideva di uscire dal Labyrinth. Di lì a poco, la band annuncia che il nuovo singer sarà per l'appunto il buon Mark, ma la band con Mark non farà niente se non un paio di comunicati stampa, salvo poi 'congelare' i Labyrinth per un pò, per poi alla fine riaccogliere Rob dietro al microfono e sfornare quel delizioso dischetto che è "Architecture of a God". Fin qui, la fredda cronaca. Olaf e Mark rimangono in contatto, la 'prezzemolina' Frontiers garantisce uno slot al duo, e così Thorsen butta giù 10 tracce, che registra grazie ad una formazione di ottimi musicisti, dieci tracce sulle quali Boals può cantare per dar vita al progetto "Shining Black".

Ma conoscendo le capacità compositive di Olaf, e ascoltando questo debut, chiunque di voi potrebbe avere il mio stesso dubbio, ossia che le tracce qui presenti siano state scritte in 10 minuti e con una mano dietro la schiena, giusto per buttar fuori qualcosa, vista la enorme creatività del buon Carlo, e visto che il livello medio delle tracce si attesta su un 'beh, dai', che non è di certo quello a cui siamo stati abituati, tra Vision Divine, Labyrinth e tutto il resto. Per carità, i brani sono arrangiati bene, ma già dai testi super banali si capisce come il prodotto sia frutto di taaaaanto mestiere, e poco altro: la prestazione vocale di Boals è quella che è, per carità, non stiamo mica parlando di Ramazzotti (vado a disinfettare la tastiera dopo aver scritto quel nome), ma anche lì si sente il mestiere e la poca 'botta' delle songs: confezionate molto bene, ma prodotte quasi in serie. Certo, hai il pezzo lento, l'uptempo, vuoi mica insegnare a gente come Thorsen come si scrive un album! Ma, sinceramente, alla fine della fiera questo "Shining Black" mi puzza di plastica lontano un miglio. Ed è un peccato, perché col potenziale umano che c'era, si poteva fare un piccolo capolavoro, cosa che questo album decisamente NON è.
Lo potrei paragonare, se proprio volessimo, ad una bella confezione di Ferrero Rocher: buoni buoni, ma dopo un pò smagano.




Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 23 lug 2020 alle 10:54

Grazie mille! Cerco solo di riportarvi le mie sensazioni, senza fronzoli o 'doveri' di alcun tipo.

Inserito il 22 lug 2020 alle 12:47

Il buon Sbranf ne ha per tutti! Sia quando deve dire bene che quando meno bene. Leggo sempre con piacere le tue recensioni perché sono obiettive e chiare. Un plauso!

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