Copertina 8

Info

Anno di uscita:2020
Durata:43 min.
Etichetta:20 Buck Spin

Tracklist

  1. STYGIAN I: FROM TUMULTUOUS HEAVENS… (DESCENDED FORTH THE CEASELESS DARKNESS)
  2. STYGIAN II: IN AGELESS SLUMBER (AS I DREAM IN THE DOLEFUL EMBRACE OF THE HOWLING BLACK WINDS)
  3. STYGIAN III: PERENNIAL VOYAGE (ACROSS THE PERPETUAL PLANES OF CRYING FROST & STEEL-ERODING BLIZZARDS)

Line up

  • Antoine Daigneault: bass
  • X. Berthiaume: drums
  • Claude Leduc: guitars (lead, rhythm)
  • François Bilodeau: keyboards, cello, effects, songwriting (additional)
  • Philippe Tougas: vocals, guitars (lead, rhythm), songwriting, lyrics

Voto medio utenti

Direttamente dal Canada, gli Atramentus debuttano oggi con questo "Stygian" nonostante la band sia attiva dal lontano 2012: il gruppo si presenta al grande pubblico in maniera egregia a partire dalla splendida copertina ad opera di Mariusz Lewandowski, forte anche dell'investitura da parte della 20 Buck Spin, sempre più punto di riferimento per il metal underground di qualità. Con questa opera prima i canadesi ci propongono solamente tre brani di intensissimo funeral doom metal, anche se la centrale "Stygian II: In Ageless Slumber (As I Dream in the Doleful Embrace of the Howling Black Winds)" andrebbe considerata più un interludio dai toni lugubri piuttosto che un pezzo vero e proprio. In ogni caso, i restanti due brani propongono dai 16 ai 23 minuti di funeral doom notevolmente influenzato da mostri sacri quali Evoken e Thergothon che vive di momenti di lancinante disperazione acutizzata dal magistrale utilizzo di melodie strazianti che molto spesso vedono convivere tastiere e chitarra, che operano in sinergia per generare musica di grandissima levatura e dalla carica emotiva dirompente. L'incedere trascinato di "Stygian I" e "Stygian III" prende per mano l'ascoltatore e lo culla con una dolcezza ammantata di pece, dove gli inserti di pianoforte e l'azzeccatissimo gusto melodico di tastiere e chitarre fanno da contraltare alla pesantezza delle chitarre e del growl possente di Philippe Touga capaci di dare un tono disperato alle canzoni. Nonostante la loro lunga durata, i brani mettono in luce (chiaroscurale, si intende) una tale intensità ed un'ispirazione che difficilmente lascerà indifferenti gli amanti di questo meraviglioso genere, che in "Stygian" troveranno un eccellente palliativo ai dolori della vita.
Ci troviamo di fronte quindi ad un'opera maestosa e sincera, frutto del lavoro incessante che la band ha portato avanti per anni prima di pubblicare questo "Stygian": la lunga attesa è stata comunque premiata e ci ha permesso di godere appieno di questo disco, certamente tra le uscite più intense in campo funeral per quanto riguarda il 2020. Se amate le emozioni che solo questo genere è in grado di dare e volete prepararvi all'imminente arrivo dell'autunno, non lasciatevi sfuggire gli Atramentus e questo "Stygian": vi assicuro che non ve ne pentirete.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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