Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2020
Durata:30 min.
Etichetta:Caligari Records

Tracklist

  1. DAMIEN ROSE FROM THE TOMB OF JESUS
  2. PLANE NEGATIVE
  3. DEMONS OF THE SKULL
  4. NEO CARNIVORE
  5. SORROW INCARNATE
  6. PRAYER TO THESSALY
  7. SILENT MANSION WHERE INNARDS THRIVE
  8. SHIP OF NO RETURN
  9. WAVES OF BLOOD

Line up

  • Denny Blake: Drums
  • Troy Mooney: Vocals
  • Darren McLennan: Guitars
  • Ben Newsome: Guitars
  • Blake Stephens: Bass

Voto medio utenti

Gli Intellect Devourer sono una band dalla storia molto travagliata. Gli australiani – di Adelaide - iniziarono a muovere i primi passi ad inizio degli anni 90 con la pubblicazione del “Horselustvulgaris” del 1994 a cui seguì un primo stop con la diaspora dei suoi componenti in altre realtà estreme australiane come StarGazer e Mournful Congregation. Riformatosi nel 1999 pubblicarono un nuovo demo l’anno successivo dal titolo “Mundus Intellectualis” per poi sciogliersi nuovamente ed infine ritornare insieme nel 2012.

Come visto, il destino percorre strade molto tortuose e solo oggi è finalmente disponibile tramite Caligari Records il loro primo full-lenght, “Demons of the skull”.
L’esperienza maturata dai componenti della band in tutti questi anni incide non poco nei i 30 minuti di durata del disco, gli Intellect Devourer agiscono all’unisono nel creare un efficace death metal old school di stampo americano in cui riecheggiano le influenze floridiane di Death, Deicide e Morbid Angel con una produzione tagliata su misura per queste sonorità.

Eh sì! Perché il death metal del combo australiano è esattamente quello che si aspetta quando si ascolta…death metal! “Demons of the skull” è tecnico il giusto ed evita di sbrodolare nella autocelebrazione, abbiamo un singer dalla voce sulfurea ma comprensibile, chitarre taglienti a macinare riff come un tritacarne e una base ritmica solida e varia.

Le canzoni da ascoltare? Direi che “Neo carnivore” nei suoi due minuti e mezzo scarsi di durata riassume bene gli Intellect Devourer, un giusto equilibrio fra groove e “martellamento” mentre la successiva “Sorrow incarnate” in cui la band dà sfogo ad una maggiore articolazione.

Certo è un prodotto che si colloca volontariamente indietro nel tempo, ma funziona alla perfezione senza intoppi lasciando la sensazione di aver ascoltato qualcosa di interessante.
Bravi loro e brava la Caligari Records per averli pubblicati, sperando di non dover attendere a lungo per ascoltare il successore di “Demons of the skull”.

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