Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:73 min.
Etichetta:Century Media Records

Tracklist

  1. POST SOCIETY
  2. PSYCHIC VACUUM
  3. OBSOLETE BEINGS
  4. THE PROW
  5. ICONSPIRACY
  6. INTO MY HYPERCUBE
  7. THE END OF DORMANCY
  8. OVERREACTION
  9. ALWAYS MOVING
  10. FALL
  11. THE LOST MACHINE
  12. ASTRONOMY DOMINE (PINK FLOYD COVER)
  13. VOIVOD

Line up

  • Denis "Snake" Belanger: vocals
  • Daniel "Chewy" Mongrain: guitars
  • Dominic "Rocky" Laroche: bass
  • Michael "Away" Langevin: drums

Voto medio utenti

Ma che bravi questi Voivod! Ma che carini che sono e che bella musica fanno!
Questo direbbero le sciurette che non conoscessero questi baldi canadesi, ma io che ho la pellaccia, e li conosco abbastanza bene quando ho ascoltato questo live album ho fatto un sorriso grande così.
Perché la compagine guidata da Michael “Away” Langevin ha voluto celebrarsi nella loro terra natale, il Quebec; i nostri hanno registrato il disco durante il festival estivo che si svolge nella loro patria e ben tre tracce sono tolte dall’ultimo album datato 2018, ma per il resto si scorrazza per quasi tutta la loro discografia per un totale di tredici brani.
I nostri sono carichi e si sente, il pubblico risponde alle provocazioni sonore con entusiasmo data la fama che la band si porta in casa e si percepisce che il buon “Snake” si diverta un mondo al microfono.
Qui abbiamo dei pezzi eccelsi come la progheggiante “Obsolete beings” dall’andamento centrale dissonante e oscuro oppure la diretta e potente “The prow” che è un estratto da "Angel Rat " del 1991, il disco più “commerciale” della loro discografia.
E che dire del brano “Iconspiracy” dall’attacco diretto con riffing serrati e le melodie oblique che sono un marchio dei nostri, un brano eccellente che fa emergere la vena floydiana dei canadesi.
Mi è venuto un colpo quando il singer annuncia un ritorno al 1987 e parte “Overreaction” del mio album preferito “Killing Technology”, un brano prog/ thrash coi fiocchi.
Fall” ti rapisce e ti porta verso costellazioni lontane, dove mostri galattici e creature da incubo vengono narrate con riff, dissonanze e tempi ritmati con la voce istrionica del buon Denis Belanger.
La ciurma non ha mai scelto una via facile, ha voluto generare uno stile unico, elitario ma riconoscibile al volo; dal vivo questo stile obliquo, sghembo che ha fuso il thrash e un certo modo di intendere il rock progressivo secondo il gusto caro al compianto Syd Barrett ha trovato una sua formula perfetta.
E difatti dato che ho parlato del geniale ex componente della prima incarnazione dei Pink Floyd ecco la versione voivodiana della monumentale “Astronomy domine” e ti accorgi che per certi versi i suoi eredi artistici sono loro.
Un live album da non farsi scappare per chi come me è amante di questi geniacci; un viaggio interdimensionale per gioire perché il Voivod è vivo e vivrà sempre, prosit!

Recensione a cura di Matteo Mapelli

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