Ci sono voluti ben sedici anni di attesa per rivedere in giro questa band ucraina.
La band capitanata da
Roman Saenko si è riformata l’anno scorso dopo lo scioglimento avvenuto nel 2004.
Questo nuovo ritorno discografico, non cambia di una virgola il percorso musicale dei nostri, ovvero black metal puro e sano, senza troppe melodie ma con orgoglioso spirito elitario.
Il lavoro si apre con l’intro strumentale “
Occidental, beware the steppe”, introduzione ricca di effetti e distorsioni in crescendo che portano al primo brano.
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Those who worship the sun bring the night”, sfuriata senza pietà alcuna con riffing a zanzara tipici del genere, monotoni e tanta devastazione.
Il vocione cavernoso di
Saenko è impossibile da capire e i riffing hanno il gelo negli accordi; all’interno c’è anche un cambio di tempo cadenzato per poi riprendere a colpire sodo.
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To the north of pontos axeinos” ha un gran lavoro di blast beats e chitarre che fanno delle dissonanze il loro punto di forza.
Qui tutto è caos, devastazione e non c’è un briciolo di respiro, tutto qui è solo un manto nero, freddo e violento.
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Anxiously they sleep in tumuli”, invece è una marcia cadenzata con riffing zanzarosi ed epicheggianti.
Il tutto condito da vocals cavernose e profonde; ci sono anche cambi di tempo in blast beats ma la cosa che colpisce di più è la seconda parte più lenta ed epica con un bell’uso del riff.
L’ultimo brano “
Shadowed by a veil of scythian arrows”, non cambia di un millimetro la proposta; puro assalto senza pietà.
Le chitarre sono serrate e soprattutto i riff maligni e malsani a spirale reggono bene l’epicità oscura che la formazione ucraina vuole trasmettere.
Qui non c’è il minimo ripensamento, non ci sono aperture melodiche ma solo devastazione battagliera.
Gran bel ritorno per questa formazione dell’Est Europa, in poco più di mezz’ora sfoderano una prestazione devota al culto della nera fiamma con coerenza e ira, Hailz!
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