Copertina 8

Info

Anno di uscita:2021
Durata:66 min.
Etichetta: By Norse Music
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SYNKVERV
  2. KVITRAVN
  3. SKUGGE
  4. GRá
  5. FYLGJUTAL
  6. MUNIN
  7. KVIT HJORT
  8. VISEVEIDING
  9. NI
  10. VINDAVLARLJOD
  11. ANDVEVARLJOD

Line up

  • Lindy-Fay Hella: vocals
  • Einar Selvik: vocals, taglharpa, kravik lyre, goat horn, tongue horn, bronze lure, flute, trossingen lyre, sotharpa, langeleik, crwth, moraharpa
  • Iver Sandøy: backing vocals
  • Ingebjørg Reinholdt: backing vocals
  • Kirsten Bråten Berg: backing vocals
  • Unni Løvlid: backing vocals
  • Sigrid Berg: backing vocals

Voto medio utenti

I Wardruna, come tutti i gruppi che in qualche modo hanno dato il via a qualcosa di nuovo, di particolare, di mai esplorato prima, hanno dalla loro una marcia in più. Non parlo solo del fatto di essere stati tra i primi a proporre certe sonorità, sarebbe assolutamente riduttivo fermarsi a questo: Einar Selvik è un personaggio superiore! È riuscito e riesce tutt’ora a trasportare l’ascoltatore in un viaggio incredibilmente affascinante grazie alla sua incredibile conoscenza della materia trattata. Non soltanto perché ha studiato a fondo tradizioni vichinghe, antiche poesie, ancestrali ballate e l’antica lingua norrena, ma anche perché utilizza strumenti non convenzionali, spesso costruiti da lui stesso sulla base di quelli antichi, e soprattutto perché a livello compositivo è una spanna sopra tutti gli altri. Non me ne vogliano le decine di gruppi cloni nati dopo che i Wardruna hanno iniziato a spopolare, grazie anche all’interesse derivato dalla loro partecipazione alla serie televisiva “Vikings”, ma qua siamo su altri, altissimi, livelli!

Dopo la stupenda trilogia “Runaljod” (“Gap var Ginnunga”, “Yggdrasil” e “Ragnarok”), dedicata alle antiche 24 rune norrene e con la quale la band aveva letteralmente definito un nuovo suono sempre più ricco e avvincente, ad un certo punto Einar Selvik decide di mettersi a nudo con “Skald”, album scarno nel quale, accompagnato soltanto da kraviklyre, taglharpa e bukkehorn, recita antiche poesie e antiche litanie, da lui messe in musica.

Con il nuovo “Kvitravn”, Selvik torna a fare le cose in grande e recupera la forma più completa della sua musica, fatta di tamburi tribali, corni, cori maestosi, delicati flauti… Quello che subito emerge dopo un primo ascolto è che siamo dinanzi all’album della completa maturazione di Selvik, il disco che consegnerà definitivamente i Wardruna alla storia. Dico questo perché il suono è sempre più completo, si percepisce un ulteriore approfondimento delle tematiche trattate, un’ulteriore ricerca, sia musicale che concettuale e spirituale.

Accompagnato da Lindy-Fay Hella alla voce, e circondatosi di una serie di singer per le backing vocals e i cori solenni e possenti, tra cui spicca Kirsten Bråten Berg, importante studiosa delle tradizioni norrene, Einar ci traghetta ancora una volta in un viaggio spazio-temporale tra i fiordi scandinavi, e lo fa grazie ad una maestria sempre più marcata nell’utilizzo di strumenti antichi, originali e copie, dal suono ancestrale e magico.

Il paradosso di un disco come “Kvitravn” è che nonostante si tratti di un lavoro decisamente di nicchia e decisamente ostico da ascoltare per i non amanti di queste sonorità e delle tradizioni e dei miti norreni, riesce a non annoiare minimamente, questo perché durante l’ascolto riesce ad avvolgerti totalmente, grazie alla sua immensa capacità di penetrare fin nel profondo dell’animo, di trasportarti letteralmente in un’altra dimensione. È il caso, per esempio, della conclusiva “Andevarjod”, 10’15” di puro rituale sciamanico, 10’15” di viaggio extrasensoriale, 10’15” che volano via come fossero due minuti…

Una cura sempre più maniacale dei suoni, dei particolari, degli arrangiamenti, delle atmosfere, delle sensazioni che si vuole trasmettere. Tutto questo è il nuovo album dei Wardruna, che è senza ombra di dubbio la summa di quanto di ottimo già espresso nei primi tre capitoli. Siamo, come già detto, davanti all’album definitivo, e la dichiarazione dello stesso Selvik di volersi allontanare da situazioni più commerciali (vedi “Vikings” e “Assassin’s creed”) rende il tutto ancora più puro e sacro.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 10 feb 2021 alle 20:43

Non vedo l'ora di ascoltarlo, a parte il precedente che mi aveva molto annoiato, il resto mi ha sempre molto affascinato...

Inserito il 10 feb 2021 alle 14:02

Anche io Pippo mi sento sgrintare come diciamo noi nella bassa bergamasca...

Inserito il 10 feb 2021 alle 11:27

Mi hai moooolto incuriosito...

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