Infernal Angels - Devourer of God from the Void

Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:73 min.
Etichetta:My Kingdom Music

Tracklist

  1. THE LIGHT OF LUCIFER
  2. THE ETERNAL FIRE OF GOLACHAB
  3. FROM THE THRONE OF THAUMIEL
  4. THOSE WHO GO FORTH INTO THE EMPTY PLACE OF GOD
  5. ANCIENT SERPENT OF CHAOS
  6. THAGIRION - SOL NIGER
  7. DEVOURER OF GOD FROM THE VOID
  8. THE CORROSIVE ONE
  9. FAR FROM THE LIGHT OF GOD
  10. EMPRESS OF SITRA ACHRA
  11. THE FOREMOST AMONG THE ELEVEN

Line up

  • Xes: vocals
  • Nekroshadow: guitars
  • Apsychos: guitars, bass

Voto medio utenti

Tornano con questo quinto album i blacksters italiani, con un lavoro intriso di occultismo.
L’esoterismo diabolico che aveva permeato il precedente album “Ars Goetia” ritorna qui con più prepotenza.
La band, ora diventata un terzetto è compatta e sfodera una prestazione eccelsa ponendosi fra i migliori gruppi black metal nostrani.
The light of Lucifer”, è una sarabanda oscura dove chitarre livide fanno da contraltare al motore ritmico veloce.
A inframezzare il tutto un mid tempo atmosferico con un bel solo melodico prima di riprendere a tempestare con inserti in blast beat.
The eternal fire of Golachab”, urla tutto il suo odio con una cascata di riff in tremolo e sfuriate al calor bianco.
Le urla invasate di Xes condiscono il tutto con inserti solisti di chitarra, la sezione ritmica è precisa e letale; in questo brano non c’è respiro, non c’è pace ma solo furore.
Those who go forth into the empty place of god”, è un pezzo furioso e maligno con un mulinare tempestoso ad opera del session drummer Bestia.
I riffing in tremolo malsani sembrano diretti discendenti della scuola svedese; all’interno ci sono cambi di tempo a tenere desta l’attenzione con rullate in gran spolvero prima dell’attacco a testa bassa.
Ma non è tutto, c’è anche una parte inframezzata atmosferica prima dell’ennesimo bombardamento calcolato al millimetro.
Thagirion-Sol niger”, si apre con un riff nerissimo e un muro di chitarre con pochi tocchi di batteria e un urlo iroso.
Un mid tempo acido ma intinto nel black metal; qui abbiamo come ospite speciale Hellhound degli Ad Noctem Funeriis/ Vajass; il brano ha anche momenti più sincopati ed esplosivi con sfuriate in blast beats.
Il brano ha anche dei momenti melodici drammatici con un breve solo di chitarra prima di colpire ancora.
La conclusiva “The foremost among the eleven”, che vede la partecipazione di Discissus dei Necandi Homines inizia in modo arrembante con tempi sincopati e un muro nerissimo di chitarre.
Il brano è un mid tempo iroso segnato da rullate con un sapore malevolo nel riffing; ci sono anche interventi più tirati con chitarre in tremolo, bello l’intermezzo atmosferico arpeggiato con voce pulita prima dell’attacco senza pietà alcuna.
Il disco è lungo, complesso e sicuramente non adatto a chi vuole musica facile perché il black metal non è e non deve essere facile; è culto e dedizione e questo i nostri lo sanno e bene.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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