Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2021
Durata:41 min.
Etichetta:Bindrune Recordings

Tracklist

  1. I
  2. II
  3. III
  4. IV
  5. V

Line up

  • A.A.: bass
  • E.C.: drums
  • M.H.: guitars, synths
  • A.C.: vocals, guitars

Voto medio utenti

"Uvaer" dei Tvær.
Sembra uno scioglilingua.
E lo è. Ma è anche una cosa seria, maledettamente seria.
Cosa mi direste se vi dicessi che questo gruppo del Minnesota è riuscito a creare una sorta di ibrido tra Weakling, eterna lode a loro, ed epic black metal di matrice Godkiller, Desaster e primissimi Satyricon o Enslaved?
Ci credereste?
Beh, dovreste, perchè le cose stanno esattamente così.
Da un lato, infatti, "Uvaer", opera prima dei nostri, è percorso da quello spirito "prog", e vagamente psichedelico, dei maestri californiani, mentre, dall'altro, guarda in direzione Scandinavia anni '90 ed ingloba, anche, quello spirito battagliero, a tratti folk (l'ultimo brano è da brividi lungo la schiena...), dei gruppi che ho citato più in alto.
Il risultato è un album tagliente, disarmante nella sua ferocia, atmosferico quando il gruppo da sfogo al suo lato più melodico e più legato alla natura, e, soprattutto, molto "americano" per quel suo saper essere classicamente USBM pur senza rinunciare ad inglobare influenze anche molto differenti tra loro.
In poco più di quaranta minuti i Tvær, infatti, passano dal Cascadian, al gelo del nord Europa, senza dimenticare la propria terra ed uno spirito glorioso esaltato sia dagli intrecci delle chitarre che dallo scream selvaggio, a tratti di chiara matrice del Quebec (se capite cosa voglio dire), di un singer letteralmente indiavolato capace, com'è, di marcare a fuoco ogni pezzo che, esattamente come accade sulle montagne russe, ti porta su e giù lasciandoti attonito e impotente di fronte a tanta irruenza e a tanta classe.
Classe, si, perché il quartetto ha una capacità di emozionare tramite melodie, tanto semplici quanto efficaci, che non è così facile da trovare in giro, soprattutto oggi, quando i musicisti veri, o realmente convinti di quello che fanno, sono sempre più rari da trovare e proprio per questo meritevoli del massimo rispetto che io, senza nemmeno pensarci troppo, tributo a questo gruppo che mi ha stregato sin dal primo distruttivo accordo o dal primo, delicato, arpeggio senza tempo.
Album davvero emozionante e umorale nella sua intima essenza primitiva.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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