Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:42 min.
Etichetta:Dark Essence Records

Tracklist

  1. FLYBLOWN PRINCE
  2. CLEMENCY & ATROPHY
  3. BY THE CHARRED STILE
  4. RAT KING
  5. FROM THE NEXT ROOM
  6. DREAD STRIDULATE LODGE
  7. SCOLD'S BRIDLE
  8. THE MAD WHITE HAIR

Line up

  • Aort: guitars
  • Andras: guitars
  • Lordt: drums
  • Syhr: bass
  • Wacian: vocals

Voto medio utenti

Sono passati sei anni dal precedente full album, il bellissimo "Mut" che segnava un deciso allontanamento dei Code dalle derive estreme dei primi lavori, sei anni che, evidentemente, devono aver convinto il gruppo a tornare, in parte (in larga parte) sui propri passi.
"Flyblown Prince", infatti, riscopre le radici dei Code, soprattutto in chiave black metal, sebbene la vena sperimentale, alla Arcturus per capirsi, e la malinconia post rock del lavoro precedente, siano ancora presenti, confermando, da un lato, l'eclettismo sonoro di un gruppo mai uguale a se stesso, e, dall'altro, una capacità innata di creare musica di qualità, per quanto complessa e non di facile assimilazione.
Il nuovo parto di Aort e soci, sorretto, come ricordavo prima, da uno spirito fortemente nero, mette in luce un approccio mutevole alla composizione e gioca con riff intricati, un ampio spettro di soluzioni vocali e continui cambi di tempo, tutti elementi che concorrono a creare un album dalla forte capacità comunicativa e dall'approccio teatrale, a volte un po' snob diremmo, che, sono certo, piacerà molto a tutti coloro che non amano la musica "scontata" o dal facile appeal, a patto che, ovviamente, si conceda a "Flyblown Prince" il tempo necessario per svelare tutte le sue anime e tutte le sue sfumature (qui si va dal post rock all'avant-garde passando per il death tecnico) che vengono sublimate nei quasi dodici minuti della finale “The Mad White Hair”, un caleidoscopio di tristezza, atmosfere lisergiche, senso di claustrofobia e spettacolari fughe di chitarra che, meglio di ogni parola, rappresentano un album certamente sopra la media che non può, e non deve, mancare nella collezione di chi apprezza la musica di classe.
I Code confermano, di nuovo, di essere artisti con la voglia, e la capacità, di "dire" qualcosa ai propri ascoltatori, aiutandoci a sottolineare che la loro musica è animata, evidentemente, da una amalgama non così lineare, o semplice da realizzare, come si potrebbe, superficialmente, credere qualora non si concedesse all'album l'approfondita attenzione che merita.
A me, a questo punto, non resta che augurare a tutti un buon ascolto: non sarà una cosa immediata, ma la soddisfazione ed il godimento emotivo sono assicurati, ve lo garantisco.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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