Copertina 8

Info

Anno di uscita:2021
Durata:43 min.
Etichetta:Argonauta Records

Tracklist

  1. ONE EYED BEAST
  2. HORDE OF CROWS
  3. WHITE WOLF
  4. OBSIDIAN GIANT
  5. TEMPLE OF MADNESS
  6. MAUSOLEUM CRAFT

Line up

  • Harley Warlock: bass
  • H. Wizzard: drums
  • A.D.: guitars
  • Georgios Funeral: guitars
  • Magus Corvus: vocals

Voto medio utenti

Nati dalle ceneri dei Church Of Void, ecco che si presentano in questo 2021 i Fimir, band finlandese che vede tutti i membri dei Church nelle loro file, fatta eccezione per il batterista Byron V. Non mi spiego perché i vari musicisti abbiano deciso di partire daccapo con un nuovo monicker, ma alla fine quello che interessa dovrebbe essere la musica, e quindi meglio concentrarsi su quella ed evitare eventuali dubbi e spiegazioni.

I Fimir proseguono le stesse coordinate presenti nel debutto omonimo dei Church Of Void, un Doom Metal di chiara ispirazione Sabbathiana, con sprazzi alla Candlemass, Saint Vitus, e un po’ di Electric Wizard. Tornando però al fattore musica, una cosa è certa. Ed è che “Tomb Of God” è un disco dove l’ispirazione non ha mai un vero e proprio calo, e dove le mancanze di una vera e propria maturità che erano presenti nei Church Of Void, vengono totalmente messe da parte nella musica dei Fimir che, sono sicuro, conquisteranno gli amanti del genere sin dalla prima nota.

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Passando dal metal più diretto di “One Eyed Beast”, che presenta un riff che sa di “Master Of Reality” da tutti i pori, alla lenta ed ossessiva “Obsidian Giant” dove Magus Corvus con il suo tono vocale ben si sposa con il suono marcio e secco delle chitarre, la costante sensazione durante l’ascolto di “Tomb Of God” è che ci sia sempre un tassello nuovo da dover scoprire, sfuggito inizialmente, ma che se preso e contestualizzato al momento giusto riesce a dare una visione sempre più completa dell’album. Con “Horde Of Crows” si spazia leggermente su lidi Stoner dove la band non sfigura assolutamente, e neanche nella conclusiva “Mausoleum Craft” si notano dei cali, anzi, grazie a un ottimo lavoro di basso di Harley Warlock la band costruisce un pezzo che spazia dall’occulto a una parte centrale da capogiro. Non aspettatevi certo una produzione certosina, “Tomb Of God” ha dei suoni molto grezzi che contribuiscono a dargli quell’aura “impolverata”, e dove al contrario, se avesse avuto un sound perfetto, si sarebbe perso tutto ciò.

Consiglio fortemente “Tomb Of God” non solo agli amanti del Doom old school, ma a chiunque abbia voglia di tuffarsi in un viaggio alla scoperta di certe sonorità ormai ritenute vecchie, ma che evidentemente possono ancora dare molto. #noplasticmetal

Recensione a cura di Francesco Metelli

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