Copertina 7

Info

Anno di uscita:2021
Durata:42 min.
Etichetta:Small Stone Records

Tracklist

  1. RUN
  2. SLEEPWALKING
  3. AT MOST
  4. MACHINA
  5. UNDONE
  6. NEAR ENEMY
  7. A WOODEN HOUSE
  8. HEESE
  9. ONCE AGAIN

Line up

  • Matt Whitehead: vocals, guitar
  • Scott Brandon: guitar, backing vocals
  • Jeff Baucom: bass
  • Rob Elzey: drums

Voto medio utenti

Dopo gli ottimi Robots of the Ancient World, la sempre meritevole Small Stone produce il disco d'esordio omonimo degli Shun. La band è di Asheville, North Carolina, ed è composta da veterani della scena Usa stoner/alternative. Il cantante/chitarrista Matt Whitehead era nei Throttlerod ed insieme al bassista Jeff Baucom nei Made of Machines. Scott Brandon (chitarra) vanta una lunga militanza come musicista, produttore e Dj a Detroit e Chicago, mentre il batterista Rob Elzey ha suonato in numerosi tour con gente come Hatebreed e Unearth. Professionisti del settore, insomma.
Il loro lavoro è orientato verso un heavy rock moderno, con parti esplosive alla Intronaut/Baroness e nervature melodiche aspre in odor di grunge. Riff spessi, ritmiche urgenti, leggero retrogusto southern-stoner e qualche incursione nelle atmosfere ariose alt/post rock che odorano di malinconia ed abbandono.
Gli americani rendono al meglio quando possono coniugare potenza irsuta e feeling carico di intensità, vedi la coinvolgente "At most" o l'ombrosa e di grande respiro "Undone", due brani ben strutturati e maturi sul genere di ASG, Saviours o ultimi The Sword. Buon risultato anche quando puntano al bersaglio grosso, sfoderando un groove stonerizzato e granuloso senza compromessi ("Run", "Near enemy" e la tuonante "Heese") che ricorda parecchio quello di Dozer o Greenleaf. Pezzi massicci e sudati, per far salire l'adrenalina e sfogare un pò di rabbia interiore, ma con accorgimenti melodici sempre piacevoli e mai troppo invasivi.
Un pochino meno efficaci quando si ispirano al rock meccanico e vagamente robotico di QotSA o Fatso Jetson, ad esempio nella spigolosa e sferragliante "Sleepwalking" o nella metallica "Machina", perchè il tiro è ben squadrato e robusto ma manca ancora quel pizzico di follia anarchica che fa la differenza.

Nell' insieme è un buon esordio, coerente con le ottime produzioni Small Stone. Una stoner-band moderna, attuale, competente, che potrà emergere ulteriormente nei prossimi lavori. Da seguire con fiducia.

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