Omhosten - Music Of The Great Beyond

Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2022
Durata:52 min.
Etichetta:Kvlt und Kaos Productions

Tracklist

  1. WILL I BE DAMNED BY ALL THE GODS
  2. UNDER THE CONTROL OF UNKNOWN DESIRE
  3. OM HOSTEN
  4. COLD RAIN WILL COME
  5. WHEN THE LAST LIFETIME IS TORN APART
  6. THE WORLD UNMANNED
  7. RETALIATION NIGHT
  8. BENEATH THE FROZEN GROUND
  9. MUSIC OF THE GREAT BEYOND
  10. CUTTING
  11. BLOOD RED MUD
  12. AFTER ALL THINGS THAT HAPPENED

Line up

  • Stan Skrebniev: guitars, bass, songwriting, vocals
  • Yuri Kononov: drums
  • Nikolay Nimmerzet Kushnir: session guitarist, session vocals

Voto medio utenti

Gli Omhosten sono il progetto dell'ucraino Stan Skrebniev che, grazie alla piccola Kvlt und Kaos Productions, riesce ad esordire con il primo lavoro di lunga durata intitolato "Music Of The Great Beyond" all'interno del quale, come da dichiarazione del Nostro, andremo ad ascoltare Trve melancholic Black Metal from the Ukraine.
Ora, al di la delle etichette, il disco in questione ci offre 52 minuti, secondo me troppi, di black dal taglio atmosferico e triste che mette in evidenza un approccio melodico alla materia come se gli Omhosten volessero colpire più con l'atmosfera che con la violenza.
L'obiettivo, a mio parere, è raggiunto: l'album crea, nella mente, quelle immagini autunnali e boschive alle quali, di certo, Skrebniev aspira, e riesce, di conseguenza, a condurci per mano nel cuore di una foresta, con le foglie cadute, nella quale l'unico rumore sono i nostri passi che calpestano il terreno.
"Music Of The Great Beyond" è un buon album, certamente interessante da ascoltare quando ci si trova nella giusta situazione mentale, anche se, mi spiace sottolinearlo, è un po' troppo ripetitivo e monolitico tanto che, spesso, si fatica a distinguere i brani l'uno dall'altro anche perché la produzione, un po' piatta, non riesce a far emergere, come dovrebbe, gli strumenti andando, dunque, a peggiorare la situazione.
In ogni caso, al netto di questi difetti, gli Omhosten suonano con sincerità ed è palese la loro volontà di raccontare in musica le proprie emozioni e la natura che li circonda: che poi ci riescano solo in parte è un altro discorso, ma, per lo meno, la base di partenza per progredire nel futuro c'è tutta e, una volta aggiustato il tiro, immagino che i risultati saranno migliori.
Per adesso dobbiamo accontentarci di un lavoro, ripeto, buono, ma difficilmente distinguibile dalla massa delle uscite simili.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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