Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:51 min.
Etichetta:Blackoak Records

Tracklist

  1. THE SENTINEL
  2. REBIRTH
  3. CHAOS SYSTEM
  4. PANDEMONIUM
  5. PATH OF DISMAY
  6. NARCISSISTIC RITUAL
  7. KISS OF DEATH
  8. DESERT OF THE REAL
  9. SHADOW WAY

Line up

  • Raphael Dafras: bass
  • Léo Margarit: drums
  • Markus Sigfridsson: guitars, vocals, keyboards, programming
  • Erik Tordsson: vocals (lead)

Voto medio utenti

Seconda uscita discografica, intitolata Shadow Way, dopo il debutto omonimo del 2019, per gli All Things Fallen, creatura musicale partorita dalla mente del chitarrista svedese Markus Sigfridsson, già membro dei più famosi Darwkater e Harmony.

La band, che può fregiarsi anche dell’apporto di musicisti navigati, come Erik Tordsson (ex-End Of September, ex-7 Days) alla voce, Leo Margarit (Pain Of Salvation) alla batteria e Raphael Dafras (Harmony, Falaschi ed ex-Almah) al basso, dà alla luce un lavoro che, stilisticamente, ha moltissimi punti in comune con il sound degli altri progetti paralleli di Sigfridsson.

Capita cosi di trovarsi dinnanzi a tracce graffianti, quali la opener The Sentinel, ma soprattutto l’articolata Rebirth o ancora l’orientaleggiante Path Of Dismay che, pur partendo in sordina, con un andamento iniziale abbastanza lineare, crescono alla distanza, sia d’intensità che tecnicamente, diventando più complesse e conquistando cosi gradualmente anche gli ascoltatori più esigenti.
Le melodie sono sovente intime e malinconiche, brani poliedrici ed emotivamente intensi, come Pandemonium e Kiss Of Death, potrebbero avere quasi un effetto terapeutico sul proprio pubblico, essendo in grado di scavare a fondo, negli abissi più oscuri dell'umana coscienza.

Fin qua tutto bene ma, a conti fatti, non proprio benissimo.

Infatti, proprio mentre tutto sembra funzionare per il meglio, all’interno delle composizioni talvolta, il seme del progressive stenta a germogliare, venendo parzialmente o completamente soffocato da partiture che rimangono costantemente uniformi, dall’inizio alla fine della traccia, generando un melodic metal a tratti seducente, ma non sempre incisivo.
E’ questo il caso di Narcissistic Ritual, Desert Of The Real o anche dela stessa title-track, tutti brani dall’andamento eccessivamente scontato e purtroppo, a tratti anche monotono che, nonostante delle melodie indovinate, non decollano mai veramente.

Nel complesso, Shadow Way si rivela un lavoro discretamente piacevole, in cui emerge la qualità compositiva degli All Things Fallen, nonostante la presenza di linee musicali spesso eccessivamente dirette ma, tutto sommato piacevoli che, nella maggior parte dei casi, si fondono con partiture più elaborate, per merito del lavoro di chitarra e tastiera (quest’ultima suonata sempre da Markus Sigfridsson), il tutto si erge su delle solide fondamenta, grazie ad una sezione ritmica costantemente robusta.

Perciò, riassumendo in breve: ci sono enormi margini di miglioramento ma, per il momento, può anche andare bene cosi!





Recensione a cura di Ettore Familiari

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