AA.VV. - Voces Antiqui Sanguinis

Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:55 min.
Etichetta:Masked Dead Records

Tracklist

  1. INSTRIà (STRJA)
  2. LA SIORA DEI TRONI E DELLE SITE (STRJA)
  3. LA CACIA AD GODAN (TICINUM)
  4. PAVIA BRUSA, LA STRIA (TICINUM)
  5. ACCABBADòRA (KRE^U)
  6. MA^IARDZAS (KRE^U)
  7. IJ LìNGHER VENDICATOR (VRIM)
  8. L’òRA ANT EL KALI-YUGA (VRIM)

Line up

  • Strja line-up:
  • Síor Sloto – Zang
  • Bräsa – Gitaar
  • Bail – Drums
  • Ticinum line-up:
  • Theeleb Corax – Zang, mandoline, accordeon
  • Rattenkönig – Gitaar
  • Liutpränd Nictus – Gitaar
  • Agilulf – Basgitaar, viool
  • Rusrüvent – Drums
  • Kre^u line-up
  • Brusiòre – Zang
  • Sa Cràstu – Gitaar
  • Su Missenòre – Gitaar
  • Mauréddu – Basgitaar
  • Su Brigadore – Drums
  • Vrim line-up
  • D. Avait – Zang
  • Ruf – Zang, gitaar, basgitaar
  • R/Z – Drums

Voto medio utenti

Voces Antiqui Sanguinis”, ovvero Voci di Sangue Antico, questo il titolo scelto per questo split a 4 band uscito a fine 2024 per Masked Dead Records e Sulphur Music.
Musicassetta allegata al numero “Linguas Diaboli“ di Sulphur Fanzine e nel momento in cui scrivo, ancora disponibile su Bandcamp, qui si va ad esplorare il Black Metal italiano. Non il Black Metal dei classici intramontabili, dei grandi nomi o della copia senza arte né parte di questo o quel modello straniero, ma di una nicchia tutta squisitamente underground che nonostante esista da diverso tempo in Italia, sembra che stia vivendo quasi una sorta di rinascimento proprio in questo periodo.
La nicchia è quella di un certo Black Metal che guarda alle radici del proprio territorio: storia medioevale o addirittura preromana, culture secolari, tradizioni antiche e a volte quasi dimenticate, uso del dialetto e un uso più o meno accentuato del folklore musicale tipico del proprio periodo d’appartenenza, queste sono le cose che legano le band qui presenti.

Si inizia dai veronesi Strja: Black Metal lo fi nei suoni, quanto melodico e atmosferico nello stile musicale ispirato dal folklore veneziano e con le liriche nel dialetto veronese. La scelta di avere un sound così crudo l’ho trovata un’arma a doppio taglio perché se da un lato dà una certa dose di fascino (e perché no? pure di mistero), al tempo stesso non riesce ad esaltare il ventaglio melodico proposto e questo è un peccato date le linee melodiche guidate dalla chitarra che per quanto semplici siano, hanno una certa efficacia.

Con i Ticinum si va in quel di Pavia, con un suono più Folk e feroce al tempo stesso rispetto alla band veneta. Ma la ferocia non va ad intaccare la ricerca melodica del gruppo, che anzi risulta molto ben studiata con atmosfere che fanno volare con la mente indietro nei secoli, giungendo infine negli anni del medioevo. Tanto Folk, ritmi quasi danzerecci, qualche coro melodico ed ecco che il medioevo pavese si va ad insidiare in queste due gemme di Black Metal.
A mio modesto parere, il culmine di questa uscita.

Andando in ordine di scaletta, ci catapultiamo nella bellissima Sardegna con i Kre^u.
Loro cantano in un dialetto particolare di quell’isola che è il barbaricino.
Con questa “Barbagian Black Metal” band si nota subito come il dialetto da loro usato abbia una fonetica davvero molto caratteristica e particolare, che potrebbe alienare più di qualche ascoltatore.
Musicalmente parliamo di un Black Metal tutto sommato classico, dal ritmo marciante e dalle ampie arie melodiche, a tratti leggermente ripetitivo.

Dopo aver avuto una piccola fotografia di una certa scena musicale del Veneto, della Lombardia e della Sardegna, alla fine con i Vrim, abbiamo pure quella del Piemonte.
Un Black Metal più epico nelle atmosfere rispetto a quanto ascoltato prima, i Vrim, soprattutto rispetto ai Kre^u, presentano uno stile particolarmente più vario e dinamico: questo è un fattore molto importante, perché i vari cambi di ritmo e di atmosfera rendono i due lunghi brani presentati dai piemontesi, interessanti fino alla fine.

Uscita coerente con quelli che sono gli intenti degli attori protagonisti (band, fanzine, label), molto interessante per i vari blackster che esplorano il lato più popolare e legato alle varie tradizioni regionali del Black Metal, abbiamo l’istantanea di quattro band che a modo loro non solo cercano una via personale di creare la loro arte, ma che danno voce alle loro tradizioni lirico/musicali, quindi niente saghe norrene, atmosfere celtiche o Polka finlandese da band provenienti da Reggio Calabria ad esempio.
Voces Antiqui Sanguinis” è la testimonianza di tutto quanto scritto in questo sproloquio, oltre che ad un potenziale cavallo di Troia nei confronti di tutti quegli ascoltatori curiosi e affamati di musica, cultura e tradizioni.







Recensione a cura di Seba Dall

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