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Reborn and Reforged" è un titolo che esemplifica alla perfezione questa fase nel percorso musicale degli
Ice Howl, dato che solo in tempi recenti
Jason Roach (ex Thorr-Axe) ha trovato i più appropriati compagni di viaggio, consolidando la line-up attuale, la stessa che ha esordito nello Split condiviso con Mourn the Light, High Priest e Archdruid, mentre i precedenti tre album, come anche diversi singoli ed EP, erano stati realizzati praticamente in solitaria da
Roach, che comunque aveva fatto un ottimo lavoro.
Ma oggi, fanno anche di meglio, certo "
Reborn and Reforged" è un Mini LP che ripresenta tre brani dall'esordio "Crack the Earth" ed uno del più recente "Darkness from Beyond" ai quali, nella versione rilasciata dalla
Stormspell Records, si aggiungono le due canzoni che erano incluse sul succitato Split.
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Snowfire" è subito una sorpresa. Una lieta sorpresa, quella impersonata della cantante
Zebah Latifi (anche nei Zephaniah) che affronta con grinta, enfasi e carisma un episodio dall'animo più Heavy ed Epico che propriamente Doom, mentre le seguenti, e più datate, "
Crack the Earth" e "
Kyteler" (entrambe dall'esordio "Crack the Earth") vanno un po' a sconvolgere gli equilibri, previlegiando un passo più cadenzato, dal groove marcato e distorto, quasi stoneggianti, sia sul piano strumentale sia sotto il profilo vocale. Una scelta credo volta a non smarrire l'imprinting originale di queste canzoni, come anche per "
Sorcerer's Call", che mette sul tavolo quel suo gradevole approccio seventies, con un'ombra dei Thin Lizzy, tratteggiato dal basso di
Mark Jackson e dalle bacchette di
Kyle Wilcher, ben drappeggiato dalle chitarre di
Seth Crichfield e - ovviamente - di
Jason Roach, anche se è ancora la voce di
Latifi a strappare i maggiori entusiasmi, con i suoi toni caldi, profondi ma anche in grado di graffiare. Lasciatisi alle spalle il passato, è poi il momento degli episodi più recenti, quelli che dovrebbero essere maggiormente rappresentativi del loro presente, ed in effetti sia "
Silent Resistance" sia "
Final Stand of the Third Age", pur senza dare adito a un qualsivoglia stravolgimento del sound, ci consegnano degli
Iced Howl che viaggiano più spediti e spostatisi su un versante più Heavy e dal maggior apporto epico e anthemico, per uno sviluppo che non mi è dispiaciuto per nulla, anzi, e che dovrebbe stuzzicare anche chi apprezza formazioni come Smoulder, Grand Magus, Sorcerer o Stygian Crown.
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Rinati e riforgiati"... si è proprio così, e la cura sembra aver fatto davvero bene agli
Ice Howl, mi aspetto che lo confermino, a breve e con materiale inedito, quando scoccherà l'ora del quarto album.
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