Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2025
Durata:47 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records
Distribuzione:Nuclear Blast Records

Tracklist

  1. A CARRION HARVEST
  2. BEYOND THE VEIL (OF THE GREY MARE)
  3. GENESIS CHAMBER
  4. DEVIANT SPINE
  5. ENGINES OF WAR
  6. THE FINALITY OF PERPETUATION
  7. CRAWLING OVER CORPSES
  8. IN THE DREAD OF THE NIGHT
  9. DROUGHT OF MERCY
  10. PSYCHOSISTER
  11. RAVAGE OF EMPIRES

Line up

  • Peter Rew: Guitars
  • Darren Brookes: Guitars
  • Dave Ingram: Vocals
  • Giovanni Durst: Drums
  • Nik Sampson: Bass

Voto medio utenti

Gli inglesi Benediction, capitanati da ormai più di 35 anni dagli infaticabili Peter Rewinsky, Darren Brookes e Dave Ingram, si ripresentano in questa primavera 2025, a distanza di circa 5 anni dal precedente "Scriptures" (2020) – dove nel frattempo vi è stato anche l'ingresso al basso di Nik Sampson al posto di Dan Bate – con il loro ottavo full-length: "Ravage of Empires", rilasciato come sempre sotto l'egida della Nuclear Blast Records.

I Benediction a mio avviso rappresentano una di quelle valide formazioni che purtroppo non sono mai riuscite a comporre un capolavoro vero e proprio ma che, comunque sia, hanno consolidato lo sviluppo del Death metal – in particolar modo, insieme ai connazionali Bolt Thrower, delle frange più propense al groove e ai mid tempos muscolari, subito dopo i maestri statunitensi Obituary e Autopsy – attestandosi su livelli più che validi – soprattutto se pensiamo a "Subconscious Terror" (1990) e "The Grand Leveller" (1991) – fino a sfiorare vette di eccellenza con "Transcend the Rubicon" del 1993 (di cui vi invito a leggere la nostra recensione).
In generale, quella dei britannici è una discografia solida che vede ben poche debacle; anche il precedente, e forse più frizzante "Scriptures" (2020) era un lavoro realmente piacevole e ben congegnato e, nell'insieme, lo stesso si può affermare di questo nuovo e forse più statico "Ravage of Empires".
Probabilmente il difetto di questo LP è proprio la sua eccessiva staticità e il suo ripetersi in determinate soluzioni rocciose un po' troppo a lungo, e ciò lo si avverte soprattutto dal contrasto che si crea con quelle poche volte in cui i Benediction decidono, al contrario, di inserire momenti con patterns più dinamici e leggermente imprevedibili come, per esempio, in "A Carrion Harvest" – indubbiamente, scelte più eterogenee, su questa medesima lunghezza d'onda, avrebbero favorito un esperienza di ascolto meno monolitica e più avvincente.
Ovviamente non si pretende che Ingram&co si diano a corse folli in blast beats e dinamiche al fulmicotone, tipiche di realtà come Morbid Angel o Malevolent Creation; siamo consapevoli che da loro possiamo aspettarci, perlopiù, riffs pachidermici, tappeti di doppia schiacciasassi, tupa tupa vecchia maniera, sinistri tritoni slayeriani e vocals massicce, per un sound quantomai mastodontico; tuttavia sembra che ci si adagi realmente un po' troppo su un certo tipo di soluzioni.
Comunque sia, nel complesso "Ravage of Empires" è un'opera ben realizzata, e anche l'idea di associare a una matrice stilistica completamente vocata all'old school di inizio anni '90, una produzione moderna e piuttosto liscia, non risulta poi così stonata, anzi, stranamente al contrario sembra quasi "funzionare".
Non si può però nascondere che si resta con un po' di amaro in bocca, in quanto da una formazione di questo calibro, al netto del 2025, ci aspettiamo qualcosa in più del semplice "compitino" ben svolto.
Recensione a cura di DiX88

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