Se
Genocide Kommando e
Gestapo 666 rappresentano il lato più blasfemo, iconoclasta e politicamente intransigente di
Cyril Mendre, in arte
Noktu,
Mortifera e
Celestia sono ascrivibili alla parte della sua anima più poetica. I grandiosi Mortifera ne rappresentano il volto specificamente Depressive e melanconico, mentre i
Celestia quello più smaccatamente intriso di decadente romanticismo… Pur senza essere assente il lato Nero, sia chiaro, con tutto il gravame di disperazione che, ogni opera che voglia muoversi in contorni realmente oscuri, dovrebbe sprigionare. Il legame tra
Celestia e Mortifera è piuttosto evidente… Non casualmente
Noktu è qui affiancato da
Spektor al basso, anch'egli attivo nei Mortifera.
I
Celestia, tra le prime Black metal band sul suolo francese (fondati nel 1995), con alle spalle un discreto numero di uscite minori, giungono al traguardo del primo full-length piuttosto tardi – era il 2002 quando uscì il sublime
"Apparitia - Sumptuous Spectre" – e rilasciano oggi, a distanza di ben otto anni dall'ottimo
"Aetherra" (2017), il quinto full-length della carriera:
"Forever Gone", tramite l'etichetta fondata da
Noktu stesso, e verso la quale il sottoscritto nutre una grandissima stima, ovvero la
Drakkar Productions.
Sono molto affezionato ai
Celestia, li ascolto praticamente fin dal loro esordio sulla lunga distanza, trovati, e comprati casualmente, o quasi (il proprietario sapeva che ero un ragazzino a cui piaceva giocare con le cose inquietanti), in un negozio di dischi della mia zona – al tempo specializzato in musica underground – insieme ad alcuni platter di
Seth e
Mortifera.
I
Celestia sono uno di quei progetti che – forse complice anche i numerosi complessi paralleli dei musicisti costituenti la line-up, e senz'altro pure i 5 anni di stop (2015-'20) – centellinano le loro uscite… ma quando si riaffacciano sulla scena lo fanno sempre con un prodotto di livello e, soprattutto, intriso di quell'autenticità che soltanto coloro su cui la fiamma nera arde sulla propria pelle possono possedere.
"Forever Gone" si presenta come un LP perfettamente aderente al solco della tradizione dei
Celestia e ha bisogno, forse ancor più degli altri album dei francesi, di essere ascoltato con il cuore: dato il tono smaccatamente romantico e malinconico dove la furia iconoclasta della tradizione misantropica – che era ben più accentuata, per esempio, nel precedente
"Aetherra" (2017) – viene costantemente stemperata da ampi e caldi giri di chitarra Post -black e da sinfonie, mai troppo in evidenza e sempre ben calibrate, in bilico tra orchestrazioni classiche e sontuosità teatrali, dove è il fascino del bello a prendere il sopravvento insieme alla commozione… Ben veicolata dallo scream di
Noktu, dagli inserti di acustica e tastiera ricamati con le trine d'oro della nostalgia, in cui di tanto in tanto nel riffing si inseriscono fraseggi portanti con sé echi Blues che, personalmente, mi hanno richiamato in parte i primi
Peste Noire (anche se è assai più probabile che siano stati loro ad aver colto spunti dai Celestia). Tutto ciò ovviamente, come da marchio di fabbrica, avvolto da una produzione estremamente cruda e scarna.
Con tutta sincerità io ho preferito le crudeli ed efferate sinfonie, arricchite di tutta una serie di campionamenti ambient, del suo predecessore (un lavoro da
8,5 per quanto mi riguarda), piuttosto che il ritmo più "pacato" e di matrice Post di
"Forever Gone". Tuttavia, anche qui siamo su livelli altissimi e probabilmente perfino più estrosi e policromatici dal punto di vista artistico, a partire da talune scelte di tempi sperimentali realmente particolari, che comunque sia ho gradito molto.
Realeas consigliatissima, così come tutte le altre opere d'arte dei
Celestia.
Recensione a cura di
DiX88