Scandinavia,
vintage-rock, voce femminile … difficile non immaginare di avere a che fare con un altro affiliato al
trend che ha portato agli “onori delle cronache” gente come Pristine, Blues Pills e Lucifer, ed in effetti l’ascolto di “
Night stalker”, quarto
album dei
Teaser Sweet, non fa che confermare l’appartenenza degli svedesi alla suddetta corrente stilistica.
Una tendenza che in realtà non ha una precisa collocazione geografica e che già da qualche tempo abbraccia un po’ tutto il globo terraqueo (dagli USA dei Ruby the Hatchet alla Grecia dei Saturday Night Satan …) e che per questa ragione rischia una deleteria “sovraesposizione”, accentuata dal diffuso senso di “frivolezza” che
ahinoi caratterizza molti
rockofili contemporanei, soffocati dalle continue uscite discografiche.
E allora anche in questo particolare settore musicale appare sempre più essenziale possedere doti espressive che possano superare la “semplice” idoneità artistica, un qualcosa che possa differenziare un gruppo di buon livello dalla massa dei suoi simili.
Purtroppo nel lavoro dei
Teaser Sweet non rilevo nulla che possa farli emergere in maniera veramente peculiare dalla moltitudine di ammiratori di Judas Priest, Black Sabbath, Saxon, Heart e
Pat Benatar che affollano la scena e questo nonostante la
band possa contare sull’ugola espressiva di
Therese Damberg, su musicisti di valore e su un certo buongusto compositivo.
Da questo connubio, alimentato pure da una discreta “cultura” specifica, scaturisce un albo complessivamente abbastanza gradevole, che dopo l’
intro acustica, piazza una
title-track che chiarisce subito gli intenti del gruppo, e cioè sollecitare i gangli sensoriali di chi freme per le spire più melodiche della
NWOBHM e apprezza i
refrain contagiosi e immediati.
Sostenuti dai medesimi propositi, declinati in forma maggiormente caliginosa e incalzante, nella scaletta troviamo poi “
Deep in the woods” e "
Killer machine”, mentre in “
Living in sin” e “
Cold is the fire” è il
riff galoppante (qualcosa tra “
Barracuda”, “
Edge of seventeen” e “
Heartbreaker”) a prendere il sopravvento, assieme al cantato seducente della brava
Therese.
Con “
Blue sky” il clima sonoro si tinge di viscerale passionalità
blues e a chi invece predilige atmosfere muscolari e scattanti è indirizzata “
Eat you alive”, senza dimenticare, attraverso la melodia avvolgente e ammiccante di “
Turn me on”, di tentare la conquista degli estimatori di
Lee Aaron e
Lita Ford.
“
Night stalker” appare così un valido esempio di come la “tradizione” possa essere trattata con cura e passione, trascurando, però, l’aspetto probabilmente più importante e ambizioso, soprattutto in questi tempi così confusi e convulsi … la capacità di “distinzione” (anche minima …) della proposta musicale, attributo che i
Teaser Sweet dovranno sforzarsi di reperire per non finire nel vago calderone dei gruppi
bravini.
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