È sicuramente l’album più personale di
Nad Sylvan questo
“Monumentata”, il cui titolo rimanda alla “monumentale” perdita del padre di origini ungheresi (“tata” significa “papà” nella lingua locale) dell’artista.
La presenza di tanti ospiti illustri (da
Tony Levin a
Marco Minnemann) non incide su diversi brani pop/rock orecchiabili, progressivi nella forma ma non nella sostanza (
“Secret Lover”, “Flowerland”), talvolta alle mie orecchie pure troppo zuccherosi (
“Monte Carlo Priceless”, “Unkillable”).
Va meglio con la più decisa
“That’s Not Me”, così come è apprezzabile l’equilibrio tra le varie influenze che emerge in
“Wildfire”, che fa il paio con la successiva e audace
“Make Somebody Proud”, dal piglio funk. In
“I’m Steppin’ Out” fanno bella mostra di sé le atmosfere vampiresche degli esordi di Sylvan, mentre la semplice e toccante titletrack è l’unico episodio che in qualche modo può rievocare i Genesis degli anni Settanta, di cui lo svedese rimane uno dei migliori interpreti in circolazione.
“Forse che sì, forse che no”.
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