Ci hanno messo ben cinque anni a rilasciare il loro nuovo album, ma la musica, è il caso di dirlo, non è cambiata in casa
Darkenhöld.
"Le Fléau du Rocher", infatti, seguendo la tradizione del terzetto di Nizza, è un buon esempio di Medieval Black Metal, molto melodico, epico, spesso tendente al metal più classico, ma non privo delle spigolosità tipiche della musica estrema, esattamente come accadeva negli album precedenti.
I francesi hanno, dunque, la loro identità ben definita, e pur non essendo dei campioni nel loro ambito, sono sempre in grado di tirare fuori la giusta atmosfera o la melodia accattivante, riuscendo, ancora una volta, a rendere piacevole l'ascolto della propria musica, sempre priva di inutili fronzoli, ma diretta, "semplice" nelle sue strutture, ed in grado di mettere in note quel pathos cavalleresco che il Medioevo, inevitabilmente, ispira nelle nostre menti.
Certo,
"Le Fléau du Rocher", con i suoi mid tempos e le sue cadenze a volte thrashy, non è un vero e proprio disco Black, mancandone il nero e la misantropia (tra le altre cose), ma è un insieme di brani coinvolgenti, taglienti, dallo spirito folkeggiante inteso in senso "malvagio" e non da sagra di paese, anche duro in certe veloci partiture in doppia cassa, evocativo con i suoi tappeti di tastiera ed i suoi cori ben strutturati, lontano dalla eccellenza del genere, ma anche dalla mediocrità che sempre più spesso ascoltiamo in giro.
Insomma, dai
Darkenhöld sai cosa aspettarti e sai che non ne resterai deluso, così come sai che chi non apprezza la loro proposta, non cambierà idea con il nuovo lavoro.
Per quanto mi riguarda, pollice su e delizioso viaggio indietro nel tempo assicurato.
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