Abmut - Sempiternal Realm of Solitary Spirits

Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2025
Durata:35 min.
Etichetta:Consumed by the Flames Productions

Tracklist

  1. PROLOGUE: GATES TO ABYSMAL MYSTERIES
  2. TEMPLE II: DRAKON / BLACK LABYRINTHS
  3. GHA'AGSHEBLAH
  4. INTERLUDE: HYMN TO WINTER STORMS
  5. PILLAR OF SEVERITY
  6. EPILOGUE: TRIUNFAL ANTORCHA OSCURA

Line up

  • Ceață: all' instruments

Voto medio utenti

Abmut è una one-man band black metal cilena fondata nel 2021 dal musicista Ceață. Il progetto ha all’attivo due full-length: l'ottimo "Temphioth: Ignis Tremendae" (2023) e il più recente "Sempiternal Realm of Solitary Spirits" (2025), pubblicato dall’etichetta Consumed by the Flames Productions in questo giugno 2025.

Il secondo album degli Abmut è un condensato di black metal classico tra i più intensi che mi sia capitato di ascoltare in questo 2025. Non il migliore in senso assoluto, ma senz’altro tra i più feroci, emotivamente devastanti e sinceri.
"Sempiternal Realm of Solitary Spirits" è un vortice di pathos oscuro, condensato e bruciante, che esplode in dinamiche ora iconoclaste, ora sorprendentemente poetiche e mistico-sacrali.

Ci troviamo davanti a una realtà estrema misantropica, figlia della scuola più ancestrale e crudele: quella del primissimo Burzum e dei Darkthrone; altresì nelle dinamiche più furenti e "tecniche" troviamo anche echi provenienti dalla Finlandia. Un black metal scheletrico e viscerale, ma non privo di innervazioni melodiche, di intuizioni armoniche essenziali che ne accrescono l’alone rituale, rendendolo – paradossalmente – fruibile e quasi stregato.
A permeare in profondità il tutto, c’è anche una forte componente DSBM: non solo nello scream straziante di Ceață che lacera come vento tra ruderi, ma anche negli sporadici giri armonici (di fattura "Post") che evocano fantasmi e solitudini abissali. Questa è Arte del male nella sua forma più pura, occulta fino al midollo, rovente come la classica fiamma nera che brucia sotto l'epidermide, divorando e autodivorandosi. Un Ouroboros che si consuma per poi rinascere più deciso, fiero e spirituale.

È il battito interrotto del mondo oscuro, che arresta il divenire per poi impossessarsene. È l’istante eterno che implode in uno sfondo assolutamente nero.
Teologia della negazione. Non del divino rivelato, bensì dell'abisso che si fa assoluto.

Pure Fucking Black metal.

Recensione a cura di DiX88

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