Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2025
Durata:57 min.

Tracklist

  1. TO THE LAKE
  2. LAND OF TRUTH
  3. LIFE GOES ON
  4. THE BEST IS YET TO COME
  5. TEARS OF RAIN
  6. FREEDOM FOR SALE
  7. GALWAY ROAD
  8. WRONG OR RIGHT
  9. SABBA (LE STREGHE)
  10. NORTHERN WINDS
  11. I WANT YOUR FIRE
  12. OFF THE LAKE

Line up

  • Andrea Ciccomartino: vocals, guitar
  • Michele Raspanti: bass
  • Danilo Petrelli: keyboards, sequencer, percussions
  • Francesco Zagarese: guitars
  • Dario Gargano: drums

Voto medio utenti

Sei album senza la benché minima flessione espressiva, fedeli ad un approccio “classico” e raffinato alla dottrina hard-prog.
Un traguardo che dovrebbe inserire i Graal tra i migliori propugnatori di questi suoni e che invece ho l’impressione non sia adeguatamente considerato dal pubblico di riferimento, soprattutto da quello italiano, spesso ancora troppo esterofilo.
Ciò detto, non mi rimane che illustrare perché questo loro sesto albo, titolo “Swan song”, si aggiunge felicemente ad una discografia dal valore artistico costantemente piuttosto elevato.
I capitolini possiedono una dote abbastanza rara e veramente discriminante per chi frequenta lidi sonori così conosciuti e consolidati, quelli, nello specifico, che hanno reso Deep Purple, Magnum, Demon e Uriah Heep autentici “monumenti” del genere: sanno scrivere e interpretare belle canzoni, “familiari” nella forma ma assai coinvolgenti nella sostanza.
Cultura e sensibilità rappresentano ancora una volta le principali contributrici di un songbook concepito ed esposto con maestria e dinamismo, aspetti che intridono l’albo fin da "Land of truth”, brano che, dopo l’introTo the lake”, aggredisce i sensi di tutti i musicofili che non hanno mai smesso di considerare i Deep Purple un immarcescibile modello a cui riferirsi nell’ambito del cosiddetto “rock duro con tastiere”.
Un riferimento da onorare e non da “scimmiottare”, forti di un’ispirazione che rende la melodia portante di “Life goes on” un’autentica delizia cardio-uditiva, da esibire come uno degli highlight della raccolta.
The best is yet to come” è una gradevole ballata dai contorni rootsy, ma francamente preferisco i Graal quando impartiscono alla nobile materia una maggiore “densità”, vedasi la fumosa “Tears of rain”, o laddove abbandonano le languidezze per impegnarsi in un pulsante e mutevole inno denominato “Freedom for sale”.
Arrivati allo strumentale “Galway road”, ad emergere in modo netto è un’altra “specialità della casa”, e cioè la capacità di avvolgere i dogmi dell’hard-rock nelle esalazioni barocche del folk, un orientamento stilistico che diventa ancor più fascinoso e compiuto se mescolato con le scorie prog di “Wrong or right”, se reso sinistro nella impetuosa “Sabba (le streghe)” o ancora se dipanato lungo i meandri acustici della Jethro Tull-escaNorthern winds”.
A completare il soddisfacente ascolto di “Swan song” ci pensa, infine, prima dei suggestivi sussurri dell’outroOff the lake”, “I want your fire”, un’altra arguta elaborazione a largo spettro (digressioni funky comprese) dell’arte Porpora, assimilata dai Graal con la classe e l’eclettismo che già da “qualche” tempo li contraddistingue in maniera inconfutabile … non resta che “accorgersene” e garantire loro il doveroso credito.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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