Marco Del Longo, Domizia Parri, Evaristo Salvi: Steven Wilson - Deform To Form A Star (2020, Tsunami Edizioni)

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Pubblicato il:27/12/2020
“Deform To Form A Star” può essere descritto in poche parole come un ottimo, preciso e aggiornatissimo racconto della vita di Steven Wilson dalle origini ai giorni nostri (si arriva addirittura a parlare di “The Future Bites”, full-length ancora non pubblicato in uscita nelle prossime settimane), il cui unico limite - almeno per chi legge - sta nell’evidente e smisurata venerazione che gli autori hanno nei confronti dell’artista britannico.

Il genio multiforme dell’uomo che ha dato origine a No-Man, Porcupine Tree, I.E.M., Bass Communion, Blackfield e Storm Corrosion - nonché artefice di una brillante carriera solista - non si discute, e tutta la fatica che sta alla base del successo di Steven Wilson degli ultimi anni traspare da ogni pagina.

Ciononostante, non posso non segnalare nell’opera una certa tendenza ad accogliere con molto (troppo) entusiasmo ogni singola operazione curata dal nostro protagonista. Mi spiego meglio: sembra quasi che gli autori vogliano giustificare a tutti i costi Steven Wilson in ogni occasione anche quando davvero non ce ne sarebbe bisogno. Alcuni esempi: se “The Incident” è un disco poco riuscito è perché “sia per Steven che per Richard “The Incident” è il peggiore dei dischi dei Porcupine Tree”, non perché lo sia veramente; se in un’intervista Wilson non dice assolutamente nulla di rilevante (e non c’è nulla di male in questo) - come nel caso dell’intervista condotta a Padova nel Novembre del 2013 e riportata nel libro - è perché “aveva preferito rimanere sul vago al fine di non mettersi ulteriori pressioni e aumentare a dismisura le aspettative dei fan”; se il concerto al Teatro degli Arcimboldi del 2018 è sembrato poco coinvolgente (io c’ero e mi sento di confermare questa impressione) è perché “le nostre orecchie sono forse ancora disabituate a certe sonorità (…) così melodiche”. E così via.

Chiariamo: quanto sopra non toglie nulla all’appassionato e meticoloso lavoro fatto dagli autori, a cui vanno tutti i miei più sinceri complimenti. Ma Steven Wilson - che musicalmente apprezzo moltissimo - è, volente o nolente, un po' come Roger Waters, cioè una figura divisiva dalla coerenza personale e professionale altalenante, prima talento solitario abituato a suonare davanti a poche decine di persone, acerrimo nemico del rock progressivo propriamente detto e delle major, poi uomo di famiglia in grado di riempire teatri e palazzetti, “guiding light” (cit.) del sopraccitato movimento, abile nel gestire al meglio colleghi, stampa, social media e mercato discografico (sì, pure quello) per il proprio tornaconto al grido di “chi offre di più?”.

Ma per tutto questo, forse, non basterebbe un altro libro…

Titolo: Steven Wilson - Deform To Form A Star (Una Vita In Musica)
Autori: Marco Del Longo, Domizia Parri, Evaristo Salvi
Pagine: 400
Casa Editrice: Tsunami Edizioni
Prezzo: € 24,00
Articolo a cura di Gabriele Marangoni

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