Quest’articolo parla di un’esperienza, non voglio annoiarvi con inutili bla bla che ho già letto al riguardo dell’argomento che tratterò e che mi hanno annoiato da morire perché non spiegavano l’emozione.
Sono andato con il mio papà a vedere al cinema la proiezione del film concerto “
Pink Floyd At Pompeii MCMLXXII”; perché insieme a mio padre chiederete voi; semplice, lui l’aveva visto già in origine quando uscì la prima volta nei cinema, gli ho voluto fare questo regalo per la festa del papà.
Bisogna ringraziare la
Sony Music che avendo acquisito tutto il catalogo della band inglese ha pensato bene di restaurare questo documento e di riprogrammarlo nei cinema selezionati per un tempo limitato per poi distribuirlo in tutti i formati, cosa che non era mai stata fatta in precedenza per questo film concerto, esistevano delle edizioni bootleg in vinile ma non so il risultato come fosse all’ascolto.
Comunque, la sala era gremita di giovani, persone come me che hanno superato la quarantina e coppie dell’età del mio babbo; mi ha fatto piacere constatare la cosa come i
Pink Floyd abbiano abbracciato diverse generazioni, anche chi è nato dopo il loro scioglimento a metà anni 90.
Vedere la cinepresa avvicinarsi piano piano in questo luogo fantastico, quasi irreale, e farci immergere in un’atmosfera unica, dove la band, contornata solamente dalla troupe guidata dal regista
Adrian Maben e dal loro staff, offre uno spettacolo unico tra le rovine dell’antica città campana è qualcosa veramente di emozionante.
I brani sono pescati dal periodo in essere con una selezione accurata che va dal secondo album a “
Meddle” del 1971; qui vediamo i quattro suonare i brani come “
Careful with that axe Eugene” o “
A saucerful of secrets” in un’arena deserta, ma la macchina da presa inserisce abilmente in occasione di alcuni pezzi immagini di riprese effettuati in vari luoghi di queste rovine storiche, oppure vediamo i ragazzi camminare lungo la solfatara.
La bellissima e malinconica “
Echoes” idealmente apre e chiude il documento, ma l’aspetto interessante è osservare la normalità assoluta di questi musicisti ripresi anche durante le sessioni di registrazione agli
Abbey Road Studios di Londra di quello che sarebbe divenuto il loro primo capolavoro e che li avrebbe definitivamente consegnati all’immortalità artistica, ovvero “The Dark Side Of The Moon”.
Come la ripresa furtiva durante la loro pausa nella mensa degli studi di registrazione credo e quindi un’atmosfera conviviale e mi ha permesso di capire meglio la personalità dei componenti, come nelle brevi interviste incluse, dove abbiamo il carattere sornione ed ironico del batterista
Nick Mason, la riflessività del chitarrista e cantante
David Gilmour in netto contrasto con la decisione che leggi negli occhi del leader
Roger Waters.
Questo film ti fa percepire come i ragazzi stiano attraversando la loro fine dell’età dell’innocenza per certi versi, perché poi sarebbero diventati una celebrità negli anni a venire, quindi l’ultima occasione di “normalità” di questi quattro ragazzi londinesi, credetemi una bellissima esperienza.
Questo documento è stupendo, dovrebbe essere posseduto da ogni appassionato di musica che si rispetti, un plauso va al restauro sia visivo che sonoro che ha tolto la polvere in eccesso ma ha lasciato intatta la magia che i quattro hanno saputo regalarci durante il loro lungo viaggio musicale attraverso la loro carriera.
"
Pink Floyd, At Pompeii MCMLXXII"
Protagonisti:
Roger Waters: bass, vocals
David Gilmour: guitars, vocals
Richard Wright: keyboards, Hammond organ, piano
Nick Mason: drums and percussion
Filmato e registrato nell'Anfiteatro Romano a Pompeii dal 4 al 7 Ottobre 1971.
Regia:
Adrian MabenProdotto da
Steve O' Rourke, Michele Arnaud, Reiner MoritzCasa di produzione:
Bayerischer Rundfunk, ORTF, RM Productions Fernseh - und Filmgesell Durata: 85 min.
Restauro e distrubuzione 2025:
Sony Music, Nexo Studios
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