Copertina 6

Info

Anno di uscita:2015
Durata:54 min.
Etichetta:Massacre Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. NEVER BLINK AGAIN
  2. UNDER THE SUN
  3. LEAN ON ME
  4. MY WAY OUT
  5. RUNNING
  6. COULD HAVE TOLD ME
  7. THE LOST
  8. LOVE
  9. SOUL IS GONE
  10. SCARY

Line up

  • Anders "Andy" Mandrup: vocals, bass
  • Jay Jayson: guitar, backing vocals
  • Taz Plummer: drums, backing vocals
  • Jørgen "Jeehan" Hansen: keyboards, backing vocals

Voto medio utenti

Per un attimo ho avuto l’illusione di dover trattare una nuova fatica discografica degli ottimi canadesi autori di “Nuthouse” e “Get off”, mentre questi HeyWire (con la “e” e una grafia leggermente diversa nel monicker) sono invece un’intrepida formazione danese, che scopro essere discretamente “esperta”, forte di una serie di “aperture” live piuttosto prestigiose (Deep Purple Dio, Rammstein, Slash, Skunk Anansie e Volbeat) e che ciononostante arriva al debutto solo ora, grazie alla nota Massacre Records.
Musicalmente i nostri si muovono nell’ambito del versante sinfonico e pomposo dell’hard melodico, illuminato da modelli quali Saga, Uriah Heep, Saracen e Threshold, ma sebbene ami particolarmente questa specifica formula espressiva e ammiri istintivamente chiunque decida di professarla, purtroppo “HeyWire” non mi consente di catalogare gli scandinavi come un’elettrizzante “novità” del settore.
Questo non comporta nemmeno una sonora “stroncatura”, sia chiaro, giacché gli HeyWire dimostrano di possedere la tecnica e la cultura necessarie ad affrontare un genere così difficile (e non troppo “popolare” …) con la dovuta cura e tuttavia la loro prassi compositiva appare un po’ troppo monocorde, stereotipata e superficiale per conquistare pienamente i sensi degli appassionati, peraltro sempre assai “esigenti”.
Apprezzabili impasti vocali e un buon lavoro di tastiere e chitarre, tradotti in talune manifestazioni armoniche tutto sommato abbastanza intriganti ("Under the sun”, “My way out”, “Love”, la melodrammatica “The lost”, - probabilmente la migliore dell’intero lotto - e poi ancora "Lean on me”, un’enfatica ballad gratificata dalle guest vocals dell’attrice Karoline Juul Christensen), non rappresentano una dotazione sufficiente a salvare l’opera dalla mediocrità, finendo per consegnare la band al novero di chi, pur ostentando dei meriti, ha ampi margini di crescita sotto il profilo dell’ispirazione e della comunicazione emotiva … l’invito a continuare a impegnarsi per reperire dosi importanti di entrambe è d’obbligo.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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