Sembrerebbe che per "Persecution" gli
Invictus abbiano preferito guardare al passato più remoto, a quando si muovevano sotto il nick Quark7, che al precedente album "Black Heart" (2003), mettendo da parte le influenze Power Metal, privilegiando un sound più maturo, talvolta intimista, e maggiormente variegato.
Il quartetto francese parte con un brano veloce ed epico come "Face to Face (Part I)", comunque non banale e ben strutturato, sopratutto nel finale. "Kill the Dogs" è invece rocciosa e scandita dalla batteria di Raphael Leger, ed anche qui si alternano differenti velocità ed atmosfere, peccato per un refrain piuttosto anonimo e poco ispirato.
I ritmi inizialmente marziali di "Silence of Death" lasciano in fretta spazio ad un brano che punta sul versante melodico, con quel mood malinconico che viene ripreso dall'acustica e sofferente "Agony of War". E se la guerra è uno degli argomenti affrontati finora dagli Invictus, con la vivace "Spiral" toccano un altro tema scottante: la droga. Si ritorna poi a "Face to Face", con la seconda parte che si rivela un articolato strumentale e la terza una ballad acustica, e se "The Eclipse of the World" e "See You Back" si segnalano per un suono fresco e moderno ma non particolarmente heavy, "Demons" e "Rosy Rose" mostrano un po' più di verve. Gli Invictus chiudono poi l'album con un brano live, "The Angels", un brano che non era apparso né sul precedente "Black Heart" e nemmeno sui due lavori realizzati come Quark7, e che si segnala come uno degli episodi migliori del disco, con un bel piglio drammatico ed un cantato aggressivo, quasi thrashy.
Stranamente "Persecution" è rimasto per diverso tempo in naftalina, dato che, registrato addirittura nel 2005, solo ora esce sul mercato grazie alla Escape Music.
Ma una chance tutto sommato se la meritavano!
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